Proprio quando eravamo convinti di avere le risposte a tutte le domande, la pandemia ha cambiato i quesiti per i quali eravamo preparati da generazioni.
Non siamo nemmeno sicuri di essere usciti migliori dal lockdown. Ci siamo ritrovati una guerra alle porte di casa nostra, che già stiamo cominciando a pagare con salatissime rate energetiche e sociali.
La sfiducia della carovana che attraversa il deserto si è manifestata sotto forma di astensionismo nelle ultime competizioni nazionali e regionali.
Come non comprendere tanta diffidenza quando si scopre che l’Europa dei “Grandi” si era incatenata alle dipendenze del gas Russo e ora cerca di ammanettarsi alle batterie cinesi senza avere chiaro il quadro degli approvvigionamenti di materie prime? Eppure loro, o i loro super pagati analisti, dovrebbero essere memori delle ragioni che innescarono i conflitti del XX secolo: statisti lungimiranti, infatti, cominciarono a creare il processo federativo europeo proprio con la Comunità Europea per il Carbone e l’Acciaio, cooperando, appunto, nel garantirsi la sicurezza economica per assicurarsi la libertà nelle politiche democratiche.
Come non scoraggiarsi quando si leggono i particolari dello scandalo vaticano legato ad un cardinale vocato alle intercettazioni o dell’ennesima denuncia di violenza nei confronti di un sacerdote, stavolta non diocesano, originario della nostra provincia.
In questo tempo che ci è dato da vivere, per la nostra parte, qual è dunque il contributo dei cattolici per costruire un mondo migliore di quello che abbiamo trovato?
È solo un problema di soldi? Di gas? Se la soluzione fosse così semplice basterebbe spendere le risorse europee del Pnrr e via. La nuova, fresca, giovane e quindi verosimilmente dinamica deputazione regionale uscita delle ultime elezioni dovrebbe essere di buon auspicio in questo senso. Caso a parte costituiscono i deputati nominati nel Parlamento nazionale che rispondono a logiche oligarchiche ed autoreferenziali del potere centrale, spesso troppo distanti e quindi non comprensibili da chi opera ogni giorno nel proprio ambito, amplificando conseguentemente la distanza fra territori e palazzo.
Tuttavia la storia non tanto lontana ci insegna che in mancanza di un sistema valoriale condiviso, di una radicata etica nei comportamenti sociali non ci saranno mai risorse sufficienti per la costruzione della città dell’Uomo.
Spesso in questo giornale si pone lo stesso interrogativo: “Può la vita della Chiesa svolgersi nella storia, senza essere condizionata dalla vicenda umana nel suo complesso, e senza, a sua volta, essere protagonista e testimone all’interno della vicenda stessa”?
Un quesito che oggi si rinnova dopo 60 anni dall’inaugurazione dell’11 ottobre 1962 del Concilio Vaticano, “un avvenimento che ha cambiato il volto della Chiesa con la chiara direzione di marcia impressa da Giovanni XXIII”: “Calarsi nel << tempo presente>> con la medicina della misericordia invece di imbracciare le armi del rigore”. Indimenticabile il discorso alla Luna di quella sera e l’invito ai genitori: “Persino la luna si è affrettata a guardare a questo spettacolo… Tornando a casa troverete i bambini, date una carezza ai bambini e dite che questa è la carezza del Papa, troverete una lacrima da asciugare, dite una parola buona…”. Certo oggi fra crisi demografica e nuova emigrazione con trolley che saluta sempre più Siracusa e provincia, sono sempre meno le carezze da distribuire e ancora troppo poco si sta facendo per invertire una tendenza che sta ridisegnando il mondo.
In questo contesto, dunque, si inquadra ancora una volta la difficile, impegnativa sfida con la quale il nostro arcivescovo Francesco Lomanto esorta a rialzarci: “Siamo chiamati a camminare insieme ‒ nell’ascolto, nella ricerca e nell’accoglienza ‒, ad approfondire l’inesauribile significato del pianto di Maria nel LXX anniversario della lacrimazione, ad intensificare lo spirito di fede per crescere nella santità di vita”, un sentiero non impossibile facendoci guidare dalla luce della verità: “Sanctificati in veritate (Gv 17,19)”.
Fra le pagine di questo nuovo numero il nostro contributo per riflettere su questi temi e affrontare il sentiero che abbiamo innanzi.
– Editoriale pubblicato nel numero tipografico del 28 novembre 2022