Dieci anni di un papato che lascerà il segno nella storia. E non solo della chiesa! E non solo perché Papa Francesco è l’unico pontefice ad aver avuto la contestuale presenza di un papa emerito!

Esordì definendosi “il Papa venuto dalla fine del mondo”; poi scelse di abitare a Santa Marta; seguirono le sue famose telefonate “Sono Francesco”! Francesco, un nome che già da solo è un manifesto politico: Francesco, come il poverello d’Assisi, che celebra la Natura, e Francesco di Paola, il santo degli ultimi, capace di rifiutare doni offerti da un “padrone” avido e iniquo verso le persone che lavoravano per lui.

Francesco, l’uno e l’altro santo, che ritroviamo nelle sue encicliche “Laudato si’“ e “Fratelli tutti”; nell’una il rapporto con il Pianeta che ci ospita e cui tutti apparteniamo, nell’altra il rapporto con quell’unica umanità che tutti ci comprende. Il “combinato disposto” delle due è un messaggio indirizzato a tutti i potenti della terra ma anche a ciascuno di noi, a prescindere dalle fedi religiose di ciascuno e a prescindere anche dall’essere credenti o meno. La potenza delle parole di Papa Francesco è proprio questa: parla a tutte e tutti e indica un cammino comune che, obiettivamente e con tutta evidenza, sarebbe l’unica strada perseguibile di fronte alle sfide del mondo contemporaneo. Il cambiamento climatico, lo spreco alimentare, l’estrema diseguaglianza nella distribuzione della ricchezza, la profonda disparità nell’accesso al cibo, alle cure mediche, all’istruzione, alle libertà fondamentali, sono questi i temi che, con una visione larga e inclusiva, Papa Francesco affronta e sono questi i problemi che le nazioni, insieme, dovrebbero risolvere per costruire un futuro di pace e benessere per il Pianeta e per l’Uomo. Francesco ha reso evidente per tutte e tutti che o ci si salva insieme o non si salva nessuno. Un esempio? La siccità che colpisce gran parte dell’Italia è lo specchio del riscaldamento globale che non ci sforziamo abbastanza di contrastare. Devono farlo i governanti, che sappiamo già non essere Mosè, ma dobbiamo farlo anche noi, comuni cittadine e cittadini, con i nostri comportamenti quotidiani evitando di sprecare quella preziosa risorsa ch’è “Sorella Acqua”. In occasione di ExpoMilano2015 – Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita, Papa Francesco volle che anche lo Stato Vaticano avesse il proprio padiglione e fu uno dei più visitati e apprezzati; in quel padiglione, attraverso i contenuti espositivi, si manifestava già, in tutta la sua efficacia, il pensiero di Francesco. Pensiero che, Sua Santità, diffonde, in modo compiuto anche attraverso i social network e la rete.

Occupandomi di cibo, seguo sempre con grande attenzione, attraverso il sito Vativan.va, gli interventi del Papa su questo tema, in particolare i messaggi che, ogni anno, indirizza alla FAO in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione (16 Ottobre). Le sue parole, sempre molto forti e molto politiche, sono, per me e tanti che di cibo si occupano, fonte di ispirazione e riflessione sia in rapporto alle abitudini alimentari personali, sia in rapporto al ruolo di comunicatori del cibo. Altrettanta incisività, purtroppo e certamente non per responsabilità del Papa, non si riscontra in rapporto ai potentati economico-politici cui pure Francesco si rivolge in modo diretto e inequivocabile:

Per sconfiggere la fame non basta superare le carenze di chi è più sfortunato o assistere con aiuti e donativi coloro che vivono situazioni di emergenza. Bisogna piuttosto cambiare il paradigma delle politiche di aiuto e di sviluppo, modificare le regole internazionali in materia di produzione e commercio dei prodotti agricoli, garantendo ai Paesi in cui l’agricoltura rappresenta la base dell’economia e della sopravvivenza un’autodeterminazione del proprio mercato agricolo” (messaggio 2014)

Come dimenticare che a rendere inarrestabile la mobilità umana concorre anche il clima? I dati più recenti ci dicono che i migranti climatici sono sempre più numerosi e vanno ad ingrossare le fila di quella carovana degli ultimi, degli esclusi, di coloro a cui è negato anche di avere un ruolo nella grande famiglia umana. Un ruolo che non può essere concesso da uno Stato o da uno status, ma che appartiene ad ogni essere umano in quanto persona, con la sua dignità e i suoi diritti.” (messaggio 2016)

“E tuttavia, come in altre grandi problematiche che colpiscono l’umanità, spesso ci imbattiamo in enormi ostacoli nella soluzione dei problemi, con barriere ineluttabili frutto di indecisioni o ritardi, con la mancanza di determinazione dei responsabili politici, tante volte immersi solo negli interessi elettorali o intrappolati da opinioni distorte, perentorie o riduttive. Manca realmente la volontà politica.” (messaggio 2018)

La lotta contro la fame e la malnutrizione non cesserà finché prevarrà esclusivamente la logica del mercato e si cercherà solo il profitto a tutti i costi, riducendo il cibo a mero prodotto di commercio, soggetto alla speculazione finanziaria e distorcendone il valore culturale, sociale e fortemente simbolico” (messaggio 2019)

Sono nette ma scomode per i potenti della terra, molti dei quali, a mero fine elettorale, si fanno vanto di definirsi cristiani, ma deliberatamente scelgono di ignorare che, come scrive Papa Francesco, “Coloro che soffrono la miseria non sono diversi da noi. Hanno la nostra stessa carne e il nostro stesso sangue”.

  • Pubblicato sull’edizione tipografica di Cammino del 28 marzo 2023
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