“La ricorrenza del 25 aprile, voluta dal democristiano Alcide De Gasperi, che era stato nelle carceri fasciste, deve continuare a essere un patrimonio di tutto il popolo italiano, senza distinzioni di parte.

E’ essenziale – dichiara Salvo Sorbello, dell’Associazione Nazionale Partigiani Cristiani – riaffermare l’idea che la Resistenza non ha visto come protagonisti solo gli appartenenti al partito comunista contrapposti ai nazi-fascisti.

Si tratta di un falso storico che si è andato diffondendo nel corso degli anni e che vorrebbe oscurare il contributo dato da giovani certamente non di sinistra, come tanti carabinieri, tra cui mio padre.

Certo, attribuire una coloritura, tentare di contrapporre due blocchi ideologici può servire agli interessi di parti politiche ma in qualsiasi nazione  l’antifascismo è considerato un valore comune appartenente a tutti.

De democratico cristiano – continua Salvo Sorbello –  penso che non possa mai essere dimenticato il contributo essenziale che venne dato alla lotta di Liberazione da cattolici che poi rivestirono incarichi importanti nel paese in rappresentanza della Dc, partito che celebrava ogni anno il 25 aprile in maniera molto partecipata.

Il fondatore dell’Eni Enrico Mattei era un capo partigiano, come pure il ministro degli Interni Paolo Emilio Taviani, il ministro dell’Agricoltura Giovanni Marcora, quello del lavoro Carlo Donat-Cattin. Nel Comitato di Liberazione del Veneto la Dc era rappresentata da Mariano Rumor, poi capo del governo, e c’erano come militanti il ministro della pubblica istruzione Luigi Gui e Tina Anselmi, prima donna ministra in Italia, nel ’76, poi presidente della Commissione sulla loggia P2.

E’ quindi profondamente vero che la Resistenza è plurale – prosegue Salvo Sorbello –  che  tra i partigiani c’erano uomini e donne di ogni fede politica.

“La nazione vivente che dobbiamo difendere è il popolo italiano e quando diciamo di amare la patria bisogna voler dire lavorare pazientemente fino a che al popolo italiano sia data la possibilità di una giustizia sociale che oggi non c’è!” così affermava Alcide De Gasperi”.

 

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