Nel dicembre 2024 il corpo di santa Lucia a Siracusa

Di seguito il testo integrale del tradiszione “discorso dal balcone” dell’arcivescovo di Siracusa Francesco Lomanto in occasione della festa del patrocinio di  santa Lucia, di domenica 7 maggio.

Ci piace proporlo integralmente oggi, 9 maggio, 45° anniversario del ritrovamento del corpo esanime di Aldo Moro, in quanto testimone autentico della politica “intesa come forma più alta della carità” di cui ci parla l’Arcivescovo proprio nei giorni in cui la città si prepara al rinnovo dei propri rappresentanti elettivi.

Pubblicheremo nei prossimi giorni alcune ulteriori  riflessioni sulla delicato quanto attuale tematica.

La pace sia con voi 

Dal Vangelo di Matteo (25,40)

In quel tempo, Gesù disse «In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me».

Parola del Signore

Carissimi Fratelli e Sorelle,

celebrando nella gioia la Festa del Patrocinio della nostra illustre Patrona, eleviamo la nostra lode e la nostra gratitudine al Padre, datore di ogni bene, per averci donato Santa Lucia come fedele compagna nel cammino della nostra vita.

La storia di Siracusa attesta come il suo celeste patrocinio e la sua preghiera di intercessione siano stati costanti nel corso dei secoli, ottenendoci da Dio le grazie che ci sono necessarie. Tra queste certamente vi è il miracolo dell’anno 1646 della cessazione della carestia, che ha dato origine a questa festa.

Sono gravi le carestie naturali, ma ancora più grave è la carestia d’amore che causa indicibili sofferenze, crudeli guerre che fanno soffrire intere popolazioni e porta alla morte migliaia di innocenti.

La carestia spirituale flagella la nostra società occidentale, sempre più chiusa in sé stessa, nelle proprie paure e nel proprio egoismo. Lucia ‒ messaggera della luce di Cristo – con la sua testimonianza d’amore, ci ricorda l’urgenza di debellare ogni forma di carestia d’amore, non indugiando mai sulla strada della ricerca del proprio interesse personale o di parte. Santa Lucia ci esorta ad aprire il nostro cuore alla bellezza dell’accoglienza e del dono di sé nel servizio disinteressato alla costruzione del bene comune.

Siracusa ‒ che si onora di invocare Santa Lucia come celeste patrona – a breve sarà chiamata a scegliere la propria classe dirigente, esprimendo con il voto la fiducia in coloro che saranno eletti a governarla, a custodirne i valori e a promuoverne le potenzialità nel prossimo quinquennio. A quanti si propongono per ricoprire questa alta responsabilità chiedo di impegnarsi nel servizio appassionato e generoso alla costruzione del bene comune, nel bene cioè di tutti e di ciascuno, con particolare riferimento ai più poveri e alle famiglie che, ancora oggi, sono provate dalla piaga della mancanza di un lavoro libero e dignitoso.

A tutti chiedo di superare ogni logica di parte, per unirsi in uno sforzo corale che faccia onore alla politica intesa come la forma più alta di carità. Siracusa non può più attendere! Non basta criticare! È ora di lavorare tutti per il bene comune, scegliendo con coraggio e audacia la via dell’ascolto, l’aiuto verso gli ultimi e l’attenzione al creato.

  1. Innanzitutto, la scelta dell’ascolto e del dialogo: è necessaria la creazione di tempi e spazi dell’ascolto, dove maturino idee condivise e azioni di progresso, mettendo da parte le logiche di partito e le polemiche sterili, affinché si possa costruire la logica della corresponsabilità.
  2. Poi, la scelta degli ultimi. Gesù lo ha detto: «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40). Santa Lucia ha donato tutti i suoi averi ai poveri. Chi vuole servire e amministrare la Polis non può mai prescindere dall’avere a cuore “i piccoli”, dai giovani spesso disorientati dal futuro incerto, alle tante famiglie che vivono sulla soglia della povertà, ai sofferenti, agli anziani e agli ammalati che non sempre hanno l’assistenza adeguata, ai lavoratori in taluni casi sfruttati, ai disoccupati che non riescono a trovare un lavoro dignitoso, ai tanti uomini e donne immigrati che raggiungono le nostre coste in cerca di speranza.
  3. Infine, la scelta della cura del creato, la nostra casa comune, che Dio ci ha donato. Scrive papa Francesco nella Lettera Enciclica Laudato Si’, 231: «L’amore sociale è la chiave di un autentico sviluppo: “Per rendere la società più umana, più degna della persona, occorre rivalutare l’amore nella vita sociale – a livello, politico, economico, culturale ‒ facendone la norma costante e suprema dell’agire”. In questo quadro, insieme all’importanza dei piccoli gesti quotidia­ni, l’amore sociale ci spinge a pensare a grandi strategie che arrestino efficacemente il degrado ambientale e incoraggino una cultura della cura che impregni tutta la società».

 

Santa Lucia non ci farà mancare il suo patrocinio.

Carissimi Fratelli e Sorelle – prima di concludere questo mio discorso ‒ desidero parteciparvi anche una particolare gioia che scaturisce dalla comunione con la Chiesa di Venezia nella persona del Patriarca Francesco Moraglia: vi annuncio che il prossimo anno ‒ dal 14 al 24 dicembre 2024 – Siracusa potrà accogliere ancora una volta la Sacra Reliquia del Corpo di S. Lucia.

A Santa Lucia, nostra gloriosa Patrona, chiediamo di accompagnarci nel cammino della santità e della carità, misura alta della vita cristiana.

Evviva Santa Lucia.

 

  • Immagine in evidenza: Eliso Lupo
Condividi: