Ecco: tu vieni.
Non un passato né un futuro
È il presente che si adempie
Karl Rahner
La liturgia è il canto degli amanti. In essa la voce della Chiesa si effonde nell’amore per il suo Signore ed egli continua a donarsi a lei, consegnando tutto se stesso. La liturgia infatti, mediante la quale, specialmente nel divino sacrificio dell’eucaristia, « si attua l’opera della nostra redenzione » , contribuisce in sommo grado a che i fedeli esprimano nella loro vita e manifestino agli altri il mistero di Cristo e la genuina natura della vera Chiesa. Per realizzare un’opera così grande, Cristo è sempre presente nella sua Chiesa, e in modo speciale nelle azioni liturgiche.
Davanti l’effigie della Madonna delle Lacrime, l’intera Arcidiocesi si è ritrovata martedì 24 ottobre, per celebrare l’Eucaristia nel terzo anniversario di ingresso nella Chiesa siracusana del suo pastore Francesco. L’arcivescovo, attorniato dai suoi numerosi familiari, tra cui il fratello don Achille, dall’arcivescovo emerito Costanzo, dal suo presbiterio e dai fedeli convenuti, ha ricordato la sua ordinazione Episcopale, avvenuta nel medesimo luogo esattamente tre anni prima per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di mons. Mario Russotto. Dopo il breve saluto e augurio rivolto all’arcivescovo da mons. Sebastiano Amenta, Il doveroso ricordo della preghiera alla Madonna per i sacerdoti e il ringraziamento al Signore per tutti i suoi doni, le sue grazie e i suoi benefici, e per affidarle il ministero al servizio del Vangelo, hanno segnato l’inizio dell’omelia.
Mons. Lomanto, amorevole verso la sua sposa ha spiegato che l’anniversario di ordinazione è la festa di nascita di tutta la Chiesa diocesana. Il brano evangelico proclamato ci mette nell’ottica dell’attesa del Signore, e del servizio quotidiano di chi si associa al mistero di Cristo, che si fece servo dei fratelli. Le vesti strette ai fianchi e le lampade accese esprimono l’invito alla prontezza del servizio per accogliere il ritorno del Signore. Esprime l’identità del discepolo che aspetta umilmente il Signore nella vigilanza, con la luminosa testimonianza di vita, ha rimarcato il presule. Essere svegli significa essere dinamici per accorgersi e ricevere le forme di visita inaspettate e inaudite del Signore nella storia comune degli uomini e nel suo appuntamento finale. Un orientamento determinante durante la riflessione è stato dedicato agli eventi che ci accompagnano e guideranno l’avvenire della nostra Chiesa: la continuazione del Sinodo, l’Anno mariano in corso 2023 con lo sguardo proteso a quello Luciano nel 2024, per convergere nell’anno Santo che culminerà nel 2025.