Il Gip lo scarcera e dispone il divieto di dimora in paese

L’arresto in flagranza di reato del parroco della chiesa Madre ha lasciato sgomenta la comunità sortinese e acceso un significativo dibattito in diocesi sul sostentamento delle strutture religiose.

Nella giornata di ieri, infatti, come un fulmine a ciel sereno – in assenza di comunicati ufficiali da parte degli inquirenti – l’agenzia Ansa ha diffuso il seguente comunicato a cui hanno fatto eco giornali e televisioni di tutta Italia: “Don Vincenzo Cafra … è stato arrestato con l’accusa di estorsione. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, che hanno arrestato il sacerdote in flagranza mentre prendeva il denaro, don Cafra avrebbe preteso soldi per la celebrazione dei funerali, stabilendo una tariffa che si sarebbe aggirata intorno ai 100 euro. Il parroco è stato posto ai domiciliari e nelle prossime ore comparirà davanti al gip del Tribunale di Siracusa per la convalida dell’arresto. L’indagine è scattata dopo una denuncia arrivata ai militari dell’Arma”.

La grave accusa di “estorsione” per cui il cinquantenne prelato è stato subito posto ai domiciliari adesso è stata convalidata dal Giudice per le Indagini Preliminari in uno al provvedimento di scarcerazione e contestuale divieto di dimora nella cittadina iblea.

Si attende adesso un comunicato da parte della Curia sulla delicata vicenda che, in attesa dei pronunciamenti giudiziari, ha chiamato un sacerdote a continuare a celebrare l’eucarestia nella storica chiesa parrocchiale.

Di certo la faccenda va oltre il perimetro della Chiesa, che da tempo ha chiarito che non ci sono tariffari per i funerali. Sempre ieri Papa Francesco, nel suo intervento in spagnolo durante la 18/a Congregazione generale del Sinodo dei vescovi sulla sinodalità, ha osservato che “è doloroso trovare in alcuni uffici parrocchiali ‘l’elenco dei prezzi’ dei servizi sacramentali come in un supermercato. O la Chiesa è il popolo fedele di Dio in cammino, santo e peccatore, o finisce per essere un’azienda di servizi vari, e quando gli agenti pastorali prendono questa seconda strada, la Chiesa diventa il supermercato della salvezza e i sacerdoti semplici dipendenti di una multinazionale“.

Il santo Padre già nel 2018 aveva affrontato di petto la delicata questione: nella messa celebrata venerdì 9 novembre 2018 a Santa Marta, infatti, aveva ricordato che “i fedeli devono sostenere le necessità anche economiche delle loro comunità non obbligati da «un listino prezzi» per i sacramenti ma liberamente e nel nascondimento” (L’Osservatore Romano, ed. quotidiana, Anno CLVIII, n.256, 10/11/2018).

Per il resto la giustizia farà il suo corso. Intanto il legale del sacerdote ha tenuto a fare sapere che il suo assistito si è sempre dichiarato innocente e nel corso della deposizione avrebbe chiarito di non aver fatto pressioni.

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