In questo numero focus su: Terra Santa, Sinodo siciliano, Tossicodipendenze, 70 anni di lacrimazione

In distribuzione nelle edicole parrocchiali

Chi mai poteva immaginare che nel III millennio si potesse smarrire la Regina di Saba? I geografi hanno mappato ogni angolo del globo, gli attuali telescopi spaziali mappano gli angoli più reconditi dell’Universo.

Eppure la Sovrana delle Terre del Sud ha perso l’orientamento, non riuscendo più a trovare nel mondo la sapienza che un tempo esprimeva Salomone, successore del padre David nel trono di Gerusalemme.

Uno smarrimento che dopo 60 anni dalla “Pacem in Terris” di Giovanni XXIII sta portando nuovamente sull’orlo della terza guerra mondiale.

Perché? Come è possibile tutto ciò? Cosa non ha funzionato nella crescita economica del mondo globalizzato? Esistono “Statisti”, liberi dai condizionamenti delle lobby speculative, in grado di ritrovare il bandolo della matassa? E noi che abitiamo la ex capitale del Sacro romano impero d’oriente, come possiamo attrezzarci per non essere sempre più periferia? Le paure generalizzate, che nascono dalle nubi all’orizzonte, hanno fatto scricchiolare il mito delle democrazie occidentali. A tutti i livelli si assiste ad una preoccupante deriva autoritaria con gruppi dirigenti sempre più autoreferenziali.

Metaforicamente parlando, sembra paradossale che questo accada mentre la crescente maturità civica stia portando le città ad affidare la gestione del traffico alle “partecipate” rotonde al posto degli “autoritari” semafori. Eppure la scelta del Palazzo di Città di selezionare a tavolino e spartire senza votazione i fondi di “Democrazia Partecipata” 2022 è un indice poco gratificante circa la condivisione dei programmi per la comunità. La stessa Chiesa ha difficoltà ad accogliere a pieno l’illuminante cammino sinodale avviato da papa Francesco. La recente esperienza di Terrasini ne ha messo a nudo le criticità, così come ha evidenziato la voglia di darsi la mano e intraprendere un comune percorso per essere “sale” nella storia del popolo di Dio…

L’arcipelago cattolico ha sempre più bisogno di fraternità, di conoscersi e di riconoscersi se si vogliono prevenire e scongiurare i tanti “scandali” che offuscano e mortificano le testimonianze dei tanti “santi dalla porta accanto” che attualizzano e vivificano nelle nostre strade il messaggio evangelico.

Rimanendo nella metafora del traffico, fa bene l’amministrazione comunale a creare una rete di piste ciclabili; nella città devono poter convivere armoniosamente le diverse persone che la abitano e che si muovono con diverse velocità sia per motivi economici, sociali o per mera convinzione ideale.

Escludere le minoranze, marginalizzare gli ultimi comporta sacche di disagio che certo non aiutano alla crescita complessiva di un popolo sempre più interconnesso ma sempre meno solidale. Gli allarmanti dati circa l’uso di sostanze stupefacenti nella nostra provincia così come il moltiplicarsi dei sacchetti di spazzatura ai margini delle strade sono un indice preoccupante di un analfabetismo civico di ritorno sulle elementari regole di buon senso per vivere una co-esistenza autentica nella città degli Uomini.

Insistendo nella metafora stradale, urge una riforma delle scuole guida che facciano comprendere, a tutti i livelli, il significato delle elementari regole di sicurezza sociale, già dalle semplici le strisce pedonali, per evitare tragici spargimenti di sangue, come – fuor di metafora – è dolorosamente successo a Catania alla giovane Chiara, studentessa universitaria di Solarino.

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