In Italia nascono sempre meno bambini. È allarme e a denunciarlo è il forum delle associazioni familiari di Siracusa con il suo presidente Salvo Sorbello, che ha organizzato lo scorso 21 maggio presso la sala convegni della fondazione Sant’Angela Merici, un incontro sul tema dal titolo: “Più giovani, più futuro”.
Il tasso di natalità della popolazione italiana, cioè il rapporto tra i nati vivi e la media della popolazione moltiplicato per 1000, è sceso dal 6,7 (nell’anno 2022) al 6,4 per mille oggi nel 2024. La diminuzione del numero delle nascite rispetto al 2022 è di 14mila unità cioè -3,6%.
Nel frattempo, la legge di bilancio 2024 ha introdotto delle novità significative per tutelare chi ha figli e chi è un caregiver, ovvero chi assiste la persona con disabilità, e tra queste: i bonus asili nido, le decontribuzioni per lavoratrici con figli, l’estensione del congedo parentale, il fondo unico per le persone con disabilità e per il riconoscimento del valore sociale ed economico dell’attività del caregiver familiare.
Tra i relatori al convegno, c’è stato il presidente Anci –associazione nazionale comuni italiani-, Paolo Amenta il quale ha posto l’attenzione proprio sulla diminuzione delle nascite e sulla costruzione degli asili nido: “Oggi In Italia abbiamo quasi 380000 nati, un numero in continua diminuzione. Dobbiamo combattere la denatalità e questo non vuol dire fare bandi per asili nido. Uno degli ultimi ha previsto una spesa di circa 750000 euro che però, non avendo chi materialmente si occupa della gestione, ha vanificato ogni sforzo ma soprattutto, non ha risolto il problema principale che è quello del calo demografico”.
Tra gli invitati, anche il prof Augusto Gamuzza, sociologo del dipartimento delle Scienze della formazione dell’Università di Catania, che ha analizzato le profonde implicazioni per la società italiana provocate dall’aumento della popolazione anziana e dalla riduzione della popolazione giovane: “In sintesi, l’analisi sociologica dei dati sulle famiglie italiane rivela una complessa rete di disuguaglianze economiche, territoriali e sociali. Le politiche di welfare –ha detto il docente universitario-, come le forme di sostegno ai redditi più bassi, giocano un ruolo cruciale nella mitigazione di queste disuguaglianze, ma devono essere parte di un approccio integrato che affronti le radici strutturali della povertà e della vulnerabilità. Comprendere queste dinamiche è essenziale per sviluppare interventi efficaci che promuovano la giustizia sociale e migliorino la qualità della vita di tutte le famiglie italiane”.
Nel documento nazionale degli Stati generali della natalità, Gigi De Palo, presidente fondazione per la natalità, ricorda che: “Nel 2050 avremo più di 300 anziani ogni 100 giovani. Dai numeri alla realtà – che poi è l’intento di questo dossier -, ci sarà sempre meno spazio per i giovani quando saremo costretti a orientare tutte le risorse disponibili per i numerosi anziani”.
Secondo Salvo Raffa presidente del CSVE –centro servizi volontariato etneo-, “occorre combattere la denatalità perché meno giovani vuol dire meno volontari e meno welfare”.
Ha concluso i lavori il presidente del Forum delle Associazioni Familiari Salvo Sorbello, che ha sottolineato come si stia seriamente rischiando di perdere il futuro. Ha poi posto l’accento sulla fuga dei giovani dal Sud, che sta svuotando le regioni meridionali, con gravi conseguenze sia di carattere economico che per quanto riguarda il welfare. “La natalità è un tema che unisce – ha affermato Sorbello, già responsabile nazionale dei Comuni italiani per le politiche familiari – e dobbiamo contrastare un eccessivo individualismo che porta, come ha affermato il Papa, a svuotare le case di figli per riempirle di oggetti”.