SENZA GIOVANI NON C’E’ SPERANZA PER IL FUTURO
Martedì 21 maggio importante convegno a Siracusa
Il tema della natalità mi sta molto a cuore”. Il Papa ha iniziato con queste parole il suo intervento alla quarta edizione degli Stati generali della natalità, a Roma, presso l’auditorium di via della Conciliazione.
Gli Stati Generali della Natalità hanno riunito a Roma ministri, giornalisti, intellettuali, imprenditori e sportivi e hanno voluto sensibilizzare l’opinione pubblica sulle problematiche legate alla denatalità e alle relative, possibili soluzioni.
“Realismo, lungimiranza e coraggio” le parole chiave del discorso di Francesc. “In passato, non sono mancati studi e teorie che mettevano in guardia sul numero degli abitanti della terra, perché la nascita di troppi bambini avrebbe creato squilibri economici, mancanza di risorse e inquinamento”, ha argomentato Francesco: “Mi ha sempre colpito constatare come queste tesi, ormai datate e superate da tempo, parlassero di esseri umani come se si trattasse di problemi”. “Ma la vita umana non è un problema, è un dono”, il monito del Papa: “E alla base dell’inquinamento e della fame nel mondo non ci sono i bambini che nascono, ma le scelte di chi pensa solo a sé stesso, il delirio di un materialismo sfrenato, cieco e dilagante, di un consumismo che, come un virus malefico, intacca alla radice l’esistenza delle persone e della società”. Anche in occasione di questa quarta edizione Siracusa è stata presente.
La manifestazione romana avrà una sua prosecuzione ideale proprio nella nostra città, martedì 21 maggio. L’evento, che avrà luogo nel pomeriggio presso la Fondazione Sant’Angela Merici, rappresenterà un’importante opportunità per approfondire le sfide e le opportunità che la famiglia affronta oggi, anche alla luce della dilagante denatalità.
Il convegno siracusano vedrà la partecipazione di illustri relatori, provenienti da diverse sfere istituzionali e accademiche, pronti a condividere le loro visioni e esperienze sulle politiche familiari. Tra i relatori spiccano nomi di rilievo come Paolo Amenta, Presidente ANCI Sicilia, Francesco Italia, Sindaco di Siracusa, Salvatore Raffa, Presidente CSVE, Salvo Sorbello, Presidente del Forum delle Associazioni Familiari di Siracusa, Gigi De Palo, Presidente Fondazione per la Natalità, il Prof. Augusto Gamuzza, sociologo del Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Catania e la dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale per Siracusa (l’ex provveditore agli studi) Luisa Giliberto.

Papa Francesco sul palco degli Stati Generali, a destra De Palo
Di seguito proponiamo una sintesi dell’intervento di Papa Francesco a firma di Salvo Sorbello, presidente siracusano del Forum delle Associazioni Familiari.
Quando si parla di misure a sostegno della famiglia il primo obiettivo, a mio avviso, prima ancora di parlare di bonus, è quello di far pagare meno tasse a coloro che fanno figli. Ci vuole quindi una sostanziosa riforma fiscale che tenga conto di questa situazione.
Particolarmente importante è stato il discorso del Papa, che non è voluto mancare pure stavolta a questo importante appuntamento.
Non sono certo i bambini che nascono il problema del mondo
Papa Francesco ha sottolineato come la nascita di bambini non sia un fattore di squilibrio, come qualcuno afferma, perché “la vita è un dono, non un problema”. Hanno quindi torto i sostenitori di teorie malthusiane e simili che individuano nella natalità la radice di tanti squilibri del pianeta. Il Papa ribadisce che non sono di certo i bambini che nascono il problema del mondo, non sono loro la radice dell’inquinamento, della fame, della mancanza di risorse.
Il problema non è in quanti siamo al mondo, ma che mondo stiamo costruendo. Questo è il problema, non sono i figli, ma l’egoismo, che crea ingiustizie e strutture di peccato, fino a intrecciare malsane interdipendenze tra sistemi sociali, economici e politici”.
Si tratta di attuare serie ed efficaci scelte in favore della famiglia. Ad esempio, porre una madre nella condizione di non dover scegliere tra lavoro e cura dei figli; oppure liberare tante giovani coppie dalla zavorra della precarietà occupazionale e dell’impossibilità di acquistare una casa. qui mi rivolgo particolarmente ai giovani. “So che per molti di voi il futuro può apparire inquietante, e che tra denatalità, guerre, pandemie e mutamenti climatici non è facile mantenere viva la speranza. Ma non arrendetevi, abbiate fiducia, perché il domani non è qualcosa di ineluttabile: lo costruiamo insieme, e in questo “insieme” prima di tutto troviamo il Signore. Il problema sono le scelte di chi pensa solo a se stesso, il delirio di un materialismo sfrenato, cieco e dilagante, di un consumismo che, come un virus malefico, intacca alla radice l’esistenza delle persone e della società”.
Una madre non deve dover scegliere tra lavoro e cura dei figli
Il Papa ha esortato a “invertire la rotta” e farlo come politica e come società “perché le giovani generazioni vengano messe nelle condizioni di poter realizzare i propri legittimi sogni”. Si tratta di attuare “serie ed efficaci scelte in favore della famiglia”, scandisce il Pontefice, ad esempio, bisogna “porre una madre nella condizione di non dover scegliere tra lavoro e cura dei figli”.
“Realismo, lungimiranza e coraggio” sono le tre parole-chiave che il Vescovo di Roma indica nel suo discorso. “Realismo”, in riferimento proprio alle varie teorie, “ormai datate e superate da tempo”, che parlavano di “esseri umani” come di “problemi” e che quindi “la nascita di troppi bambini avrebbe creato squilibri economici, mancanza di risorse e inquinamento”. “Il problema non è in quanti siamo al mondo, ma che mondo stiamo costruendo. Il Papa ha denunciato “l’egoismo” che porta “ad avere tanti beni, senza più saper fare il bene”. “E le case – constata Francesco – si riempiono di oggetti e si svuotano di figli, diventando luoghi molto tristi. Mancano i figli”.
Per il Papa il numero delle nascite è il primo indicatore della speranza di un popolo. “Senza bambini e giovani, un Paese perde il suo desiderio di futuro”, afferma. Guarda all’Italia, ad esempio, dove l’età media attualmente è di 47 anni (a Siracusa appena un anno in meno, 46). Mentre alcuni Paesi del centro Europa hanno un’età media di 24 anni. I record negativi salgono e l’Europa sta progressivamente diventando “un continente stanco e rassegnato, così impegnato ad esorcizzare le solitudini e le angosce da non saper più gustare, nella civiltà del dono, la vera bellezza della vita”.
Che futuro aspettarsi? Sono urgenti politiche efficaci e lungimiranti così da “seminare oggi affinché i figli possano raccogliere domani”. C’è bisogno di un impegno maggiore da parte di tutti i governi, ha insistito il Papa, per aiutare le famiglie, le mamme o “tante giovani coppie dalla zavorra della precarietà occupazionale e dell’impossibilità di acquistare una casa”. Insomma bisogna promuovere “una cultura della generosità e della solidarietà intergenerazionale, per rivedere abitudini e stili di vita, rinunciando a ciò che è superfluo allo scopo di dare ai più giovani una speranza per il domani”. I giovani vadano controcorrente
Il Papa rivolge un appello ai giovani per chiedere loro “coraggio”, a fronte di un futuro che “può apparire inquietante” e “che tra denatalità, guerre, pandemie e mutamenti climatici” fa affievolire la speranza. Ma non arrendetevi, abbiate fiducia, perché il domani non è qualcosa di ineluttabile: lo costruiamo insieme, e in questo “insieme” prima di tutto troviamo il Signore. Non rassegniamoci a un copione già scritto da altri, mettiamoci a remare per invertire la rotta, anche a costo di andare controcorrente!”
Un’altra parte molto importante nella costruzione del futuro sono i nonni. “Oggi c’è una cultura di nascondere i nonni, mandarli alla casa di riposo. Adesso è cambiata un po’ per la pensione, purtroppo è così, ma la tendenza è quella: scartare i nonni”. In proposito, Papa Bergoglio ha raccontato “una storia interessante”, quella di una bella famiglia dove viveva anche il nonno che, una volta invecchiato, quando mangiava si sporcava e per questo il papà aveva fatto costruire un tavolino in cucina perché mangiasse solo così da poter invitare altra gente. Un giorno torna a casa e trova uno dei bambini piccoli lavorando con il legno. “Cosa stai facendo?”. “Un tavolino, papà”. “Ma perché?”. “Per te: quando sarai vecchio. Per favore, non dimenticare i nonni”.
Papa Francesco ha ricordato quando, a Buenos Aires, visitando le case di riposo, tanti infermieri gli raccontavano che agli anziani lì ricoverati nessun parente veniva a trovarli. “I nonni soli… I nonni scartati… Questo è un suicidio culturale”, ha affermato il Papa “Il futuro lo fanno i giovani e i vecchi, insieme; il coraggio e la memoria, insieme”. Al termine dell’evento. tre mamme col pancione hanno regalato al Papa un albero, simbolo della vita che nasce e cresce.
Salvo Sorbello