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Ricordo di Alain Delon, Lui evocava leggenda

Ricordo di Alain Delon, Lui evocava leggenda
Appresa la scomparsa fisica di Alain Delon, mi è subito tornata in mente la prefazione di Alessandro Cappabianca che apre il bel libro Spettri di Clint di Mariuccia Ciotta e Roberto Silvestri, uscito la scorsa primavera. Spettri? Ho sempre pensato che gli schermi, piccoli o grandi, siano popolati da fantasmi visibili alla luce del proiettore, e che lo siano ancor prima della loro eventuale dipartita.
Un’infanzia difficile e una giovinezza avventurosa ne formano il carattere, talento puro che già all’esordio non passa inosservato, lottando perché la bellezza non prendesse il sopravvento sulle doti attoriali. Il 1959 è il suo anno di grazia con Delitto in pieno sole di René Clément, ma è il cinema italiano dell’età dell’oro a consacrarlo, grazie al coraggio di Luchino Visconti che, abbagliato da questo giovane francese, gli affida la parte del protagonista in Rocco e i suoi fratelli, richiamandolo poi per Il Gattopardo tre anni dopo, nel ruolo di Tancredi.
Due film, due cast leggendari, con nomi oggi irripetibili. Entrambi recensiti, questi film segnano l’inizio di una fraterna amicizia con Claudia Cardinale, durata tutta la vita. Da quel momento, la carriera di Delon è un crescendo. Hollywood gli offre ponti d’oro per attraversare l’oceano, ma rifiuterà sempre, troppo legato alla Francia e all’Italia, sua seconda patria cinematografica, dove continuerà a lavorare. L’eclisse di Antonioni, con una splendida Monica Vitti, e una divertente versione di Zorro di Tessari che sbanca al botteghino, segnano il 1972 con La prima notte di quiete di Valerio Zurlini, con Salvo Randone, Sonia Petrova e Giancarlo Giannini.
In Francia, nel frattempo, erano i tempi del polar, e la vecchia guardia dei Jean Gabin e dei Lino Ventura stava lasciando il posto alla nuova generazione dei Belmondo e dei Delon. Anche oltralpe si scrive la storia: Il clan dei siciliani, Borsalino e la trilogia di Melville sono film fondamentali, ancora oggi studiati da attori e registi. Notevole anche Mr Klein (1976) di Joseph Losey, un cupo dramma kafkiano ambientato durante il nazismo.
Dal 18 agosto, Alain Delon, a 88 anni, ci lascia. Ma le leggende non muoiono, e come il suo personaggio, secondo chi scrive il più bello, quello del professore Daniele Dominici, alla domanda di Gerardo (Giancarlo Giannini) su cosa sia la prima notte di quiete, Daniele risponde: “È la morte, perché è la prima notte in cui si dorme senza sogni.
Ciao Alain, continueremo a sognare con i tuoi film.
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