LENTINI – “Vi affido al Signore, all’intercessione della Madona e dei nostri Santi protettori. Solo la Presenza di Gesù può rianimare la speranza in noi. Solo la Parola del Vangelo può donarci la vera consolazione dello Spirito. Solo la fede può restituire la forza della vita e il coraggio creativo di andare avanti nel cammino dell’esistenza e nella via di Dio. Per questo vi invito a confidare sempre, in tutto e ogni giorno di più, in Colui che Margaret già contempla”: è il cuore del messaggio, letto dal parroco della chiesa madre don Maurizio Pizzo al termine dell’omelia, che l’arcivescovo monsignor Francesco Lomanto ha voluto inviare ai genitori ed ai familiari della giovane ventiduenne, morta tragicamente a Roma dov’era andata a fare un intervento di rinoplastica in una ‘struttura’ privata, nel giorno del suo funerale, in una chiesa tanto affollata quanto silenziosissimamente partecipe al composto dolore dei genitori, della sorella, del fidanzato e dei parenti tutti. La salma di Margaret Spada, dopo l’autopsia eseguita a Roma, è arrivata sabato poco dopo le undici di sera in città e l’indomani, nella chiesa del Carmine, è stato un continuo via vai di amici, conoscenti, semplici cittadini che hanno voluto sostare in preghiera accanto al feretro bianco contenente le spoglie mortali della sfortunata ragazza, morta nell’inseguire un ritocco al naso affidato a chi non poteva in quel luogo eseguire l’intervento di chirurgia plastica. Stamani i funerali in una città che oggi ha proclamato il lutto cittadino.

Le amministrazioni comunali di Lentini, Carlentini e Francofonte con i rispettivi primi cittadini ed i gonfaloni -presente anche quello del liceo classico “Gorgia” dove Margaret si era diplomata-, le autorità civili e militari di Lentini hanno voluto stringersi attorno alla famiglia per dare tangibilmente il senso della solidarietà di un comprensorio che ha vissuto questa disgrazia in maniera particolarmente sentita e partecipe. A concelebrare la liturgia eucaristica presieduta dal parroco della matrice anche don Antonino Cascio, don Marco Scolla e don Renato Corso. “La perdita di una ragazza che ha ancora una vita davanti, è una perdita per tutta una comunità -ha detto ad inizio d’omelia don Pizzo- è come se venisse falciato un giglio. Questa perdita sicuramente ci fa capire ancora di più il valore di una persona, di ogni vita, di ogni attimo irripetibile, il bisogno ancora di più unione, la necessità di un mutuo sostegno. Ogni tentativo di dare risposte fredde, calcolate, preconfezionate ai perché può deragliare sui binari morti del non senso. In faccia alla morte l’enigma della condizione umana diventa sommo”, quindi “è meglio fare silenzio e riflettere e pregare” e guardare a Gesù che “ha vissuto momenti della sua vita, durante i quai non sembrava esserci alcuna scappatoia di fronte a tragedie cogenti dell’umanità” camminando “accanto a chi zoppicava, a chi rischiava di essere risucchiato dal vortice del male o della morte o della disperazione”, spalancando “le sue braccia distendendole e abbracciando ogni croce umana, anche la nostra, anche la più drammatica, dolorosa, atroce coinvolgendosi in prima persona” così “la fede in quel Gesù che ci rappresenta  tutti, ci doni la consolazione dello Spirito. Muore ed è morta parte della vostra e nostra vita, provocando un vuoto, una lacerazione, ma quella parte può rimanere sempre viva e presente laddove ha operato e ha amato. Aspetti così cara piccola giovane Margaret”. Anche il presidente della Conferenza episcopale siciliana, il vescovo di Acireale mons. Antonio Raspanti, ha inviato un suo messaggio, pure letto da don Pizzo: “La storia di Margaret -ha scritto Raspanti- è un monito per ciascuno di noi: viviamo in una società sempre più globalizzata ed interconnessa eppure assediata dalla solitudine. Questo paradosso ci ricorda quanto sia urgente e necessario coltivare idee e valori autentici.

In un contesto culturale dominato dal “pensiero debole” abbiamo il dovere di essere guide per le nuove generazioni, offrendo loro un ascolto attento e sincero. E’ nostro compito accompagnare i giovani nel cammino della vita, aiutandoli a scoprire un significato profondo, una direzione che dia senso e pienezza alla loro esistenza. La vita stessa, infatti, è lo specchio della presenza di Dio: riconoscerlo nella nostra quotidianità è il primo passo per costruire una realtà illuminata dalla speranza e dall’amore”. Al termine della liturgia eucaristica, i messaggi di tre amiche, della sorella, dei genitori del fidanzato. Quindi la bara bianca, accompagnata a spalle, è stata portata nel sagrato dove palloncini bianchi sono stati fatti volare tra gli applausi dei presenti. Da lì il lungo corteo che ha accompagnato il feretro verso il cimitero. Adesso toccherà ai periti ed all’autorità giudiziaria stabilire la reale dinamica degli eventi che hanno portato alla prematura e sofferta morte di Margaret con l’auspicio che non sia stata vana e che sia resa pienamente giustizia ai familiari.

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