Riproposti i discorsi di Giovanni Paolo II a Siracusa
Lo scorso lunedì, per il trentesimo anniversario della visita pastorale del Papa Giovanni Paolo II a Siracusa (del 5-6 novembre 1994), il salone “Mons. Baranzini” del Centro convegni del Santuario della Madonna delle Lacrime ha accolto la partecipazione sincera e attenta di tanti siracusani che, numerosi, hanno aderito all’invito della rievocazione di un evento di grazia, che oggi costituisce un rinnovato punto di partenza per un virtuoso cammino sotto il profilo religioso, civile e sociale.
Il successo della serata ha premiato l’impegno organizzativo del giornalista Aldo Mantineo, cha ha presentato il suo nuovo libro “Alzatevi e levate il capo – Giovanni Paolo II a Siracusa 1994 -2024” con intervista a Marco Fatuzzo (Apalós editore).
Ha introdotto l’incontro don Aurelio Russo, rettore del Santuario. Il giornalista Orazio Mezzio, direttore del nostro “Cammino”, ha conversato con l’autore della pubblicazione Aldo Mantineo e con Marco Fatuzzo, all’epoca dell’evento sindaco della Città.
Si è sviluppata una interessante e applaudita manifestazione di fedele rievocazione di un fatto storico che evidenziò trent’anni fa l’intenzione fondamentale della visita pastorale del Papa, venuto per dire ai siracusani di non restare ripiegati su stessi, ma di “alzare e levare il capo”, secondo l’indicazione dell’evangelista Luca.
Giovanni Paolo II affermò: “Sono venuto per seminare speranza, una speranza creativa, fondata sulla coscienza del vostro impegno e del compito che la storia vi affida”.
Questa speranza creativa, invocata e fortemente esortata dal Pontefice, a distanza di trent’anni si traduce ancora nel nostro impegno volto a superare “la tentazione della rassegnazione e dell’isolamento, dell’apatia, del torpore e della pigrizia, che conducono all’inerzia e all’accettazione fatalistica del male”.
Toccante la lettura della ancora attuale discorso del Papa rivolto ai giovani a cura degli studenti degli Istituti Giovanni Paolo II e Chindemi: Giordano Lanza, Serena Barresi e Sebastiano Santoro.
La bella serata dello scorso 4 novembre ha rinnovato tra i presenti la saggia via concreta dell’impegno, del rinnovamento della mentalità in un contesto certamente complesso e difficile ma tuttora depositario di forti valori culturali e sociali che puntano verso l’autentico riscatto sociale con la sua radice innervata nella tanto auspicata conversione dei cuori della gente del nostro tempo.