LENTINI – L’ultimo incidente mortale sul lavoro, in provincia di Siracusa, è della settimana scorsa ed ha privato una giovane famiglia dell’altrettanto giovane marito e papà: una tragedia per la quale non ci sono parole, tutte riassumibili dagli accorati appelli che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarellaha rivolto e rivolge quando l’eco di questi lutti s’espande nel Paese. Quali le cause, quali i possibili rimendi? Ne ha parlato la dottoressa Diana Artuso, direttrice della sede I.n.a.i.l. di Catania, nel corso di un incontro pubblico, svoltosi nei locali del circolo “Alaimo”, organizzato dal Rotary club cittadino, su: “La prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali”. I numeri, assoluti e relativi, aggiornati al settembre di quest’anno, sono stati messi uno accanto all’altro e se la triste graduatoria è appannaggio delle regioni del centro-nord, non si può certo dire che in Sicilia le cose vadano meglio: formazione e cultura della prevenzione sono e restano gli unici antidoti agli incidenti mortali, ma anche a quelli che pur non avendo tale infausto esito lasciano conseguenze permanenti o comunque gravi, generando lo stato di invalidità. I costi sociali sono elevati, ha detto la dottoressa Artuso, ed anche qui c’è ancora tanto da fare, soprattutto se si avrà la capacità, soprattutto la volontà, di investire in formazione e prevenzione approfittando anche dei fondi europei, delle nuove tecnologie e di quello che l’I.n.a.i.l. mette a disposizione di aziende e cittadini.
Di cosa dal basso e nel concreto si fa, in forma assolutamente volontaria, per inculcare i valori della formazione e della prevenzione, ne ha parlato -nel corso del dibattito che si è sviluppato- il Console provinciale dei Maestri del lavoro di Siracusa, Giuseppe De Sensi, con il lavoro che la federazione fa nelle scuole. “ La cultura della prevenzione -sottolinea il presidente Renano Benintende- che il club ha già sposato con i corsi BLSD che ogni anno organizziamo, oggi si è arricchita di un altro tassello, quello della consapevolezza senza la quale non può esserci adeguata opera di contrasto al fenomeno nel territorio”.