Ritorna il corpo di S. Lucia a Siracusa, nella sua città.
Ci chiediamo: che senso può avere questo ritorno del corpo, specie in un mondo “laico” ed ormai scaltrito, che sempre più si chiude all’orizzonte della fede e tollera, spesso cerca, il “sacro” solo nella forma numinosa e scaramantica, o auto celebrativa del mito della razza, o per mitigare le proprie paure irrazionali?
Sono forme “religiose” di cui il mondo moderno, soprattutto attraverso i “profeti del sospetto”, ha cercato di svelare la natura ideologica ed alienante, ma che pervicacemente continuano a sussistere. Per inciso, secondo me, è il persistere di tali “forme religiose” a tarpare le ali al Vangelo nel nostro mondo “scaltrito” e a rendere inefficace ed inutile lo sforzo di evangelizzazione della Chiesa.
In un primo momento non sapevo capire la ripresentazione del Corpo di S. Lucia nella nostra Chiesa di Siracusa. Anzi mi sembrava una scelta sbagliata, “devozionale”, frutto di “pigrizia pastorale” e di una mancata fantasia e profezia nella nostra Chiesa, che, sfiduciata e stanca, voleva “rifugiarsi” nel “comodo mondo del Sacro”.
Poi, pensando, mi sono ricreduto; quasi una illuminazione! Ho quasi sussultato!
Si tratta del “corpo” di S. Lucia! E siamo vicini a Natale, alla celebrazione del mistero del “Corpo di Dio”! Dio ha voluto anche per sé un corpo! Quel Dio che nella Creazione si era stupito davanti ai corpi degli uomini, che Egli aveva creato, e si era congratulato con se stesso per il capolavoro di bellezza e perfezione che aveva saputo produrre, ora vuole un corpo per sé, per rimanere radicalmente vicino ai nostri corpi.
Ed ho pensato: noi siamo i nostri corpi e non siamo mai oltre i nostri corpi. E le nostre relazioni sono corporali. Che stupide, antibibliche e mitiche tutte le concezioni dicotomiche o “cosiddette spiritualiste” che hanno popolato e continuano a popolare la storia dell’uomo! E quanto danno hanno arrecato all’uomo e alla realtà tutta.
Ma lo vogliamo dire una buona volta che il nostro Dio è “materialista”, il Padre di tutti i “materialisti” che abbiamo tanto combattuto, a volte anche a ragione, ma con un armamentario mitico-concettuale di rifiuto del “corpo capolavoro di Dio”?
E’ “materialista” anche Gesù, che si è fatto corpo, diventando materialmente “parente” e solidale con l’umanità. Nel corpo è stato possibile per lui relazionarsi con i nostri corpi e liberamente donarsi per i corpi di tuta l’umanità, e garantire ad essi l’ “oltre” che il Padre creativamente ha loro riservato.
Egli ci ha garantito che proprio i nostri corpi sono la casa abituale dello Spirito che li anima e, per la fedeltà di Dio al Suo amore, non li abbandonerà mai! Neanche nella morte o nel disfacimento! E’ lo Spirito l’ “oltre “ di Dio nei nostri corpi.
Gesù si è fatto paradigma di questo nel dono totale del suo corpo per amore, perché nel Suo corpo trionfasse lo Spirito della Vita e per tutti si affermasse l’ “oltre di Dio.
Allora è nella fedeltà al corpo, e a tutti i corpi, non nella fuga o nell’ostilità verso di essi, l’unica fonte possibile della spiritualità cristiana.
Anche la spiritualità, quando è veramente cristiana, è “materialista”!
E quanta spiritualità del passato, ma anche del presente, non è vera spiritualità cristiana, bensì anticristiana, mutuata in un modo o nell’altro nel suo originarsi, da filosofie, concezioni o religioni orientali. Fu così anche all’origine del cristianesimo!
Non sto dicendo che le varie “spiritualità”, del passato o del presente, che la fede cristiana ha generato, siano tutte false. Ma, se sono vere, sono vere in quanto fondate sulla Scrittura ed in una antropologia biblica, e “nonostante i cattivi influssi delle antropologie orientali”, che vanno rigettati.
Ora viene a trovarci il “corpo concreto di Lucia di Siracusa”. Quella Lucia che, per un verso, ha difeso strenuamente il suo corpo da ogni profanazione, e, per altro verso, lo ha fatto strumento di amore, donandolo a Cristo e ai fratelli, anche ai suoi persecutori. Docile allo Spirito della Vita, quel corpo, che è proprio questo corpo che oggi ci visita, ha conseguito la vita eterna, l’ “Oltre” di Dio.
E questo corpo parla ai nostri corpi.
Ci parla dei corpi martoriati, macellati, disonorati, violentati, abbandonati, come il suo, di tanti nostri fratelli oggi.
Piange per gli innumerevoli corpi crocifissi.
Ma piange anche per i poveri corpi di coloro che violentano i corpi dei loro fratelli.
Piange per i corpi di coloro che non si indignano davanti alle violazioni dei corpi, o peggio le giustificano ideologicamente, o le dichiarano inevitabili, o, nel comodo di “coscienze rifugio”, dicono che non ci possono fare nulla e di non essere responsabili.
Ci parla ancora del corpo “disonorato” da tante ideologie. Ci racconta come anche nella Chiesa di Gesù il corpo è stato trattato con sospetto, anzi, diabolicamente, è stato considerato fonte e sede del peccato. Quanti delitti sono stati perpetrati contro il corpo dell’uomo!
Lucia, “sorella carnale dei siracusani e dei siciliani”, nostra sorella nella fede, grazie perché ancora ci offri il tuo corpo per portare luce ai nostri corpi e dirci come per Dio è infinitamente prezioso e santo il corpo di ogni nostro fratello e di ogni nostra sorella.
I corpi dei coniugi, come i corpi dei fratelli e delle sorelle, come il corpo dei nostri nemici, come il corpo dei carnefici e dei violentatori.
Lucia, sorella nostra, prega per noi, per i peccati contro il nostro corpo e i corpi dei nostri fratelli e per aver bestemmiato lo Spirito Santo che quei corpi abita.
E col tuo corpo portaci la luce e la misericordia di Dio.
E fa’ che, finalmente, celebriamo in pienezza il senso paradossale del mistero della Incarnazione del Figlio di Dio, Dio Lui stesso, che si fa corpo tra gli altri corpi degli uomini e delle donne.
(*) – Padre Giuseppe Mazzotta, parroco di “San Giuseppe Innografo”, Augusta
- Immagine in evidenza: Archivio Cammino, 2024