Suor Chiara Di Mauro e Santa Lucia, due donne separate da secoli ma unite da una profonda e incrollabile fede. Le loro storie, seppur diverse per contesto storico e vicende personali, offrono spunti di riflessione e di ispirazione ancora oggi.

Entrambe donne siracusane, hanno vissuto la loro appartenenza a Dio in forma decisamente diversa.

Santa Lucia, giovane vergine siracusana, con il suo martirio esemplare, ha rappresentato un faro di luce durante le persecuzioni romane.

Martirizzata per non aver rinnegato la sua fede, è venerata come santa patrona di Siracusa e di altre città: la sua storia è conosciuta e celebrata in tutto il mondo.

Rispetto a Santa Lucia, il percorso di Suor Chiara Di Mauro è stato forse più articolato e complesso: alla vocazione religiosa che si manifestò fin dalla tenera età, fece da contrasto  la sua vita di sposa e madre che le fu imposta dai genitori e al cui volere non seppe opporsi per eccessiva ubbidienza.

Suor Chiara ha dovuto affrontare numerose prove e sofferenze, tra cui la perdita di due dei tre figli avuti dal matrimonio, e la morte del marito avvenuta in giovane età. Rimasta vedova poté seguire la sua chiamata ed esprimere la sua vera vocazione: essere sposa di Cristo.

Se Santa Lucia è conosciuta e venerata in tutto il mondo, la spiritualità di Suor Chiara

Di Mauro è rimasta per un certo periodo confinata nell’ambito di una devozione locale.

Tuttavia, negli ultimi anni, c’è stato un crescente interesse per la sua storia e le sue virtù.

La sua figura è complessa e ricca di sfumature, e non sempre è stata compresa appieno.

Soprattutto,  non è stato compreso,  il suo rapporto con il figlio Alfredo e le scelte che operò per vivere alla sequela di Cristo. Eppure basterebbe riuscire a contestualizzare la sua vita nel periodo storico e culturale in cui si verificarono alcune vicende per darne una diversa rilettura.

Adelaide Di Mauro. Vita secolare

Iniziamo allora a raccontare la sua storia a partire proprio da quel lontano 5 luglio 1890, data in cui, in una viuzza di Ortigia, nacque Adelaide Di Mauro (questo il nome secolare di SUOR CHIARA).

La vita di Adelaide fu segnata da un profondo amore per Dio fin dalla tenera età.

Tuttavia, come già detto, la sua vocazione alla vita religiosa trovò diversi ostacoli, soprattutto all’interno della sua stessa famiglia

In quell’epoca, la società aveva una visione molto diversa della donna che, spesso, era considerata inferiore agli uomini e il cui ruolo era visto come quello di moglie e di madre.

E fu così che la giovane Adelaide, primogenita di sei figli, fu costretta a prendere marito.

La sua vita coniugale fu breve e travagliata. Rimase vedova dopo pochi anni di matrimonio; il marito Giuseppe morì di febbre spagnola e Adelaide si trovò sola a dover crescere il figlio Alfredo, in un momento sociale ed economico,  quello successivo alla Prima Guerra Mondiale, segnato dalla miseria e dalla povertà. Erano anni difficili per tutti,  ma per una donna vedova e con un figlio le sfide erano ancora più grandi.

Questo contesto storico ha probabilmente influenzato le scelte di Adelaide. Da un lato, era consapevole delle sue responsabilità di madre e del bisogno di provvedere al figlio. Dall’altro, sentiva sempre più forte la chiamata di Dio a dedicarsi completamente alla vita religiosa.

Cercando un luogo di pace e spiritualità, si rifugiò ad abitare in una “caverna” in contrada Grotta Santa.

La grotta santa. Vita eremitica

La grotta divenne per Adelaide un rifugio sicuro, dove poteva trascorrere le sue giornate in preghiera, meditazione e penitenza. Viveva in condizioni di estrema semplicità, nutrendosi di elemosine e dormendo su un giaciglio di paglia. La grotta era buia e umida, ma per Adelaide rappresentava un luogo di grande pace e serenità. Il tempo trascorso nella Grotta Santa rappresentò per lei un’esperienza di profonda trasformazione spirituale.

Per un periodo di tempo vi abitò con il figlio ma si rese presto conto che quella vita non era adatta al bambino.

Alla fine, dopo un lungo discernimento, molte sofferenze, e su consiglio del suo confessore del tempo, p. Samuele Cultrera, decise di entrare in clausura.

Dopo aver affidato il figlio Alfredo alle cure della  sorella Virginia, nella speranza di potergli garantire un futuro migliore, nel 1924 Adelaide fece il suo ingresso nel monastero delle Clarisse di Messina, assumendo il nome di Suor Chiara Francesca di Gesù Agonizzante.

Suor Chiara Di Mauro. Vita claustrale

L’esperienza claustrale di Suor Chiara Di Mauro non fu priva di difficoltà e incomprensioni. La badessa del monastero non comprese appieno i doni soprannaturali che la mistica siracusana riceveva da Gesù.

Le sue frequenti estasi e le prime stimmate ai piedi suscitarono perplessità e timore, portando addirittura alla sua espulsione dal monastero.

Per Suor Chiara fu un evento doloroso e traumatico. Si era consacrata a Dio con tutto il suo cuore e aveva trovato nel chiostro la sua casa e la sua famiglia.

Essere cacciata da quel “nido” che la faceva sentire parte integrante della Chiesa fu come essere strappata dalle sue radici.

Il ritorno a Siracusa dopo l’esperienza di Messina fu segnato da incomprensioni e ostilità.

I doni carismatici che Suor Chiara continuava a ricevere da Gesù, non erano compresi da alcuni esponenti del clero locale, che le consideravano con sospetto e diffidenza.

In particolare, il vicario generale della diocese Mons. Musumeci, nutriva dubbi sulla veridicità di questi fenomeni mistici e sulla stessa sanità mentale della religiosa.

Tale atteggiamento ostile creò notevoli sofferenze a Suor Chiara, che si trovò ad affrontare l’isolamento e la disapprovazione da parte di coloro che avrebbero dovuto sostenerla e guidarla nel suo cammino spirituale.

Nonostante le difficoltà e le incomprensioni, Suor Chiara continuò a vivere la sua vocazione religiosa con umiltà e semplicità, offrendo le sofferenze come sacrificio a Dio.

La “monaca santa”. Il suo lascito spirituale

Suor Chiara Di Mauro si spense il 13 settembre 1932, all’età di soli 42 anni.

La sua morte avvenne in un contesto di contrasti: da un lato la diffidenza di alcuni, soprattutto all’interno del clero, dall’altro la venerazione e l’affetto di tanti fedeli siracusani che la consideravano già una “santa”.

Suor Chiara Di Mauro ha lasciato un’eredità spirituale preziosa, fatta di esempio di fede, di amore e di dedizione al prossimo. La fama di santità che la circondava già in vita si accrebbe dopo la sua morte, alimentando la devozione popolare nei suoi confronti.

Nel 1983, a distanza di oltre cinquant’anni dalla sua scomparsa, fu avviato il processo di beatificazione, con l’obiettivo di riconoscere ufficialmente le sue virtù eroiche e la sua intercessione nelle guarigioni prodigiose che si verificarono.

Tuttavia, il processo subì un’ interruzione nel 1989 in seguito alla morte dell’arcivescovo Calogero Lauricella, che ne aveva decretato l’introduzione; la causa sarà ripresa nel 1997 per interrompersi inspiegabilmente proprio quando era giunta ormai alla sua fase conclusiva.

Nonostante ciò, la devozione a Suor Chiara Di Mauro non si è del tutto spenta.

Anzi, in questi ultimi anni c’è stata una rinnovata attenzione verso la sua figura ed è aumentata la richiesta di una ripresa del processo canonico.

L’associazione “Amici di Suor Chiara Di Mauro”

La costituzione dell’associazione ” Amici di Suor Chiara Di Mauro ” avvenuta nel 2021, rappresenta un segno tangibile del rinnovato interesse per la figura e la spiritualità della mistica siracusana.

 

L’associazione, nata su iniziativa di devoti e studiosi della sua vita e canonicamente riconosciuta, ha tra i vari obiettivi, la promozione della conoscenza e della devozione di Suor Chiara, nonchè la cura del suo patrimonio spirituale e materiale.

Grazie all’associazione, nel 2023,  è avvenuta l’intitolazione di una salita dedicate alla Serva di Dio,  dando così un nuovo slancio  alla sua storia e  alimentando la speranza di una prossima ripresa del processo di beatificazione.

Santa Lucia e Suor Chiara. Un cammino mano nella mano

Affinché la causa giunga a compimento, è importante continuare a promuovere la conoscenza della vita e delle tante virtù di Suor Chiara e favorirne la devozione,

In questo cammino, la figura di Santa Lucia può svolgere un ruolo fondamentale.

La venerazione di cui gode Santa Lucia in tutto il mondo, unita alla fama di santità attribuita a Suor Chiara Di Mauro, crea un legame spirituale che le avvicina e alimenta la speranza per la beatificazione di quest’ultima.

Chiediamo l’intercessione della Patrona di Siracusa presso Dio, affinché la santità di Suor Chiara sia riconosciuta ufficialmente.

Con la sinergia tra la devozione a Santa Lucia e il crescente interesse per Suor Chiara Di Mauro, c’è la speranza che la sua beatificazione possa divenire realtà, rendendo giustizia a una donna che ha vissuto una vita straordinaria al servizio di Dio e del prossimo.

Come cittadini siracusani e come fedeli, possiamo contribuire a questo processo attraverso una maggiore conoscenza e approfondimento della vita di Suor Chiara Di Mauro, condividendo la sua storia con gli altri e promuovendo la devozione verso di lei. Insieme, possiamo fare in modo che la luce di Suor Chiara Di Mauro non rimanga nascosta, ma possa risplendere per  sempre, come già fa quella di Santa Lucia.

(*) – A cura di Marilena Mangiafico

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