Messaggio alla Comunità diocesana
a conclusione della traslazione
del Corpo di Santa Lucia
Carissimi Fratelli e Sorelle, a distanza di un mese della Festa di Santa Lucia e dopo i giorni di grazia vissuti insieme alla presenza del Corpo della nostra Santa Patrona, desidero rivolgervi questo messaggio affinché l’esperienza che ci è stata donata porti frutti di fede, speranza e carità nel nostro cammino di discepoli di Cristo.
- Santa Lucia è il simbolo della nostra Chiesa
Santa Lucia è il simbolo della nostra Chiesa, l’ipostasi (la personificazione) della Chiesa di Siracusa. La nostra Chiesa si fa presente nella vergine e martire Lucia, perché con la sua verginità si unisce pienamente a Cristo e nel martirio vive l’unione nuziale con il Cristo attraverso l’atto supremo dell’amore.
La nostra Santa Patrona Lucia rende presente la nostra Chiesa davanti a Dio, porta con sé la fisionomia, i lineamenti specifici, i tratti peculiari della nostra vita e della nostra esperienza ecclesiale. Lucia ‒ nel suo supremo abbandono al Signore ‒ mentre ci trasmette la santità di Dio, al contempo, si muove verso di noi pellegrini per proteggerci, sostenerci e beneficarci.
Con Santa Lucia la nostra Chiesa, e parte della nostra vita, è in Dio. Ed essendo lei in Dio, è più vicina a noi, perché in Cristo vive là dove ha amato. Pertanto, la nostra Chiesa ora vive una partecipazione a quella che è stata la vita spirituale di Santa Lucia. Questo è un dono immenso, ma è anche un impegno straordinario. Tutti siamo chiamati a far risplendere la santità di Dio, che è presente in Lucia, impegnandoci come lei a crescere nell’intimità dell’amore di Dio, nell’ascolto e pratica della parola, nell’unione di carità.
- Il messaggio della santità di Lucia alla Chiesa di oggi
- La santità dell’intimità dell’amore di Dio
Lucia ci insegna che la santità consiste nel vivere l’intimità dell’amore di Dio abbandonandoci totalmente a lui, affidandoci pienamente alla sua volontà, per essere graditi a lui e per crescere in ogni cosa verso di lui.
Santa Lucia, davanti al prefetto Pascasio, afferma: «Io, dunque, mi offro a Cristo in vita come vittima sacrificale e di questa offerta Egli disporrà come crede. […]. Io voglio essere gradita a Dio».
I santi non cercano Dio per l’efficacia delle loro opere. La santità può avere, se Dio lo vuole, una efficacia anche visibile; tuttavia la sua efficacia vera rimane intima, nascosta, segreta. «Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà» (Mt 6,4).
«L’efficacia non aggiunge nulla alla santità di un’anima. Non aggiunge nulla il successo, il riconoscimento degli uomini e neppure la canonizzazione. La santità è un bene per sé, e nulla è più grande» (D. Barsotti, Dio solo e Gesù crocifisso, 91). La nostra vita è volta solo a rendere gloria a Dio e a magnificare il suo nome. Il nostro servizio è solo gratitudine per averci reso degni di stare alla sua presenza (Cf. Preghiera Eucaristica II). Il nostro cammino è affidarci unicamente a lui, è perseverare nella sua via, è progredire nell’impegno di trasformazione in Colui che ci ha scelto.
- La santità di vivereè portare la gioia del Vangelo
Un secondo messaggio di santità di Lucia alla Chiesa, in particolare alla nostra Chiesa, è vivere e portare a tutti la gioia del Vangelo. Santa Lucia, memore dell’annuncio di Paolo che ha annunciato il Vangelo anche Siracusa, dichiarò al prefetto Pascasio con le parole dell’Apostolo: «Non si può mettere a tacere la Parola di Dio». «Nell’ascolto della Parola, Lucia sentiva la voce del suo Signore che la chiamava per nome e ‒ illuminando il suo cammino cristiano – la conduceva all’unione perfetta con Lui nella verginità, nella carità e nell’effusione del sangue del martirio» (In luce ambulamus, 13).
«La Parola di Dio non resta qualcosa di esterno a noi ‒ ossia messaggio profetico ‒ e nemmeno una parola pronunciata da noi ‒ cioè la preghiera ‒ ma è «il Verbo fatto carne» (Gv 1,14). A nostra volta siamo chiamati ad ascoltare la Parola per concepirla in noi, perché nasca attraverso di noi e cresca in noi» (In luce ambulamus, 12).
Fintanto che nella nostra vita spirituale non viviamo in dipendenza della Parola di Dio, lasciandoci assumere, assimilare e trasformare da essa, noi rischiamo di disporre tutto su un piano di conoscenza, di ordine morale e ascetico, di spiritualità umana che ci lascia vuoti e non di percezione della presenza di Dio. L’ascolto e la messa in pratica della Parola di Dio ci impone di vivere in Cristo e di operare quello che la Parola richiede.
- La santità operosa
Un terzo messaggio di Lucia alla Chiesa concerne la santità operosa, ossia il riflesso della carità di Cristo nella carità sociale.
«Santa Lucia, nella sua donazione totale a Dio, visse a servizio di infermi, bisognosi e vedove, consacrò la sua verginità a Cristo e distribuì il suo patrimonio ai poveri secondo le indicazioni della comunità cristiana della sua Città.
Con la sua intima comunione con Dio, con il suo amore alla Chiesa e ai poveri, […] Santa Lucia rende gloria e lode a Dio, perché in questo circolo di amore ha amato con lo stesso amore incondizionato di Dio» (In luce ambulamus, 21).
La carità implica sempre atti concreti di carità. La vocazione di Lucia è volta anche a una santità operosa, sobria nelle forme, animata da uno spirito di carità universale. Compiamo gesti concreti di carità e di misericordia per entrare nell’intimità dell’amore di Dio e per imparare ad amare da come Egli ci ama.
- Vivere l’Anno Santo e il dono l’indulgenza plenaria
Per incarnare il messaggio di santità di Lucia alla nostra Chiesa è necessario che disponiamo anzitutto i nostri cuori ad accogliere la grazia di Dio in questo Anno Santo. Crediamo che Dio è particolarmente pronto a donarci la sua misericordia, concedendoci la grazia della sua comunione con noi, per rimanere sempre con noi. Per aprirci alla grazia del perdono e del rinnovamento, trasformiamo la nostra vita in atti concreti di misericordia verso tutti, rigettando ogni forma di peccaminosità. Coltiviamo l’impegno primario per la nostra santificazione personale; operiamo nella salda e convinta comunione ecclesiale per la maggiore crescita nella carità di Cristo in noi; camminiamo nello stile della partecipazione sinodale e nell’impegno della corresponsabilità per la fecondità della missione evangelizzatrice della Chiesa.
Accogliamo la grazia del Giubileo e ravviviamo il nostro cammino di fede con il pressante invito alla santità di Lucia alla nostra Chiesa. Sentiamoci responsabili di questa immensa eredità spirituale ed ecclesiale. Il Signore ci ha immessi nel solco di una storia ricca di doni, di grazie e di benedizioni e noi ne siamo custodi privilegiati.
Incarniamo la fede nella vita di ogni giorno con l’originalità del nostro essere, con la peculiarità della nostra vita, con la particolarità del nostro ruolo, con la specificità delle nostre capacità, con lo stile delle nostre qualità, con l’esercizio delle nostre facoltà e soprattutto con l’irresistibile fascino dell’amore di Dio che ci abita, ci sostiene e ci guida passo dopo passo nella via che conduce alla salvezza.
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Carissimi, vi consegno queste riflessioni nella certezza che più cresciamo nella santità come Santa Lucia, più diventiamo segno vivo della presenza visibile e operante di Cristo nella Chiesa e nella società del nostro tempo che ha bisogno di testimoni credibili della carità di Cristo e della gioia del Vangelo.
Mentre Vi benedico di cuore, invoco sulla nostra Chiesa, su tutti e su ciascuno, la santità di Lucia e la consolazione delle Lacrime della Madonna, per la gloria di Dio.
Siracusa, 13 gennaio 2025
+ Francesco Lomanto
Arcivescovo