La manovra finanziaria approvata dal parlamento prevede alcune misure per la famiglia.
Non c’è purtroppo ancora il quoziente familiare e cioè quella misura, adottata da tanti anni con successo in Francia, fondata sul “terzo figlio fiscale”: le famiglie con due figli vengono sostenute in maniera adeguata, così da rendere fiscalmente conveniente avere il terzo figlio.
Intanto ci saranno la Carta per i nuovi nati (l’ex bonus bebè): mille euro per ogni figlio alle famiglie con un Isee fino a 40 mila euro e la “Dote di famiglia”, un rimborso spese per le attività sportive o ricreative extrascolastiche per i figli tra i 6 e 14 anni, ma soltanto per le famiglie con Isee sotto i 15 mila euro.
Novità per il congedo parentale retribuito all’80% dello stipendio per uno dei due genitori (fruibile entro il sesto anno di vita del bambino), che passa da due a tre mesi. Aumenta a 3.600 euro all’anno il bonus nido per i bebè fino a tre anni: il voucher andrà anche alle famiglie con Isee fino a 40 mila euro che non hanno un altro figlio di età inferiore ai 10 anni.
Non erano queste le misure che ci si attendeva per invertire una tendenza che vede nascere sempre meno bambini, che lascia le famiglie praticamente ad affrontare da sole tutte le incombenze dovute alla nascita e all’educazione dei figli, mentre si registra un forte calo dei matrimoni.
Non è accettabile che sia il reddito l’elemento decisivo nella scelta di avere bambini. Le famiglie non cercano elemosine ma giustizia ed equità.
Se i Comuni devono adottare misure più efficaci di quelle davvero deboli che ci sono ora, anche i privati sono chiamati a fare la loro parte, retribuendo in maniera adeguata i nostri giovani che altrimenti sono spinti ad andarsene altrove.
Salvo Sorbello già responsabile nazionale Anci per le politiche familiari