Ucraina: attacco russo a Zaporizhzhia
“A Zaporizhzhia gli ultimi giorni sono molto difficili, perché ci sono stati morti, ci sono stati feriti, c’è stata una grande ondata di bombe che non distruggono più gli obiettivi militari, ma colpiscono semplicemente le persone”. Parole cariche di dolore sono state espresse da mons. Yan Sobilo, vescovo cattolico di Zaporizhzhia, in un commento ripreso dalla Conferenza episcopale ucraina, a seguito dell’attacco russo di mercoledì 9 gennaio che ha causato la morte di 13 civili e il ferimento di 110 persone. Molte delle vittime sono state uccise o ferite in strada o sui mezzi pubblici. A questo proposito, il vescovo osserva: “Si chiama terrore in pieno giorno! Ma questo è il segno che l’occupante non riesce più a trovare altri metodi per spaventare l’Ucraina”. Ma “l’Ucraina non si spezzerà. Guardiamo oltre questo orrore, ma ciò rende ancora più grande il desiderio di combattere”. “Non regaleremo nulla!”, aggiunge il vescovo. “E non pensino che spaventeranno la città o che la gente inizierà ad andarsene, e i soldati perderanno il senso di difendere la città. Questo non accadrà! Ancora più grande è la determinazione, lo spirito di resilienza, di restare, difendersi e scacciare il nemico il più lontano possibile, non solo dalla vicina Zaporizhzhia, da Vasylivka, da Nikopol, ma da tutta l’Ucraina, dalla Crimea. Questa è la risposta a quanto accaduto a Zaporizhzhia in questi ultimi giorni”.
In evidenza: immagine diffusa dall’amministrazione militare della regione di Zaporizhzhia, via X