FRANCOFONTE – Il professore Giuseppe Moscati, il medico napoletano poi proclamato santo, è stato ricordato per la prima volta nella comunità collinare dal padre Alessandro Piazzesi S. J.. “Sono stati tre giorni di intensa preghiera, commozione e catechesi nel ricordo del medico di tutti Giuseppe Moscati – ha detto il parroco Carmelo Scalia alla guida della chiesa di san Francesco a Francofonte-. Le parole e le testimonianze autorevoli di padre Alessandro Piazzesi hanno incantato tutti. Altamente formativi e interessanti sono stati anche i due incontri presso gli istituti scolastici della città. Gli studenti hanno potuto conoscere la figura di Moscati e cogliere il messaggio di fratellanza che ci ha lasciato”. L’esperienza e il patrimonio umano che ci ha lasciato il santo e medico Giuseppe Moscati è stato oggetto da 2 febbraio al 4 di curiosità e aneddoti raccontati dal sacerdote gesuita, già custode delle sale Moscati a Napoli e direttore della rete di Preghiera del Papa, attualmente rettore della chiesa S. Maria Assunta di Venezia. Tema dei tre giorni “Moscati, medico per l’uomo, con l’uomo. Modello di presa di carico della persona”. Domenica e lunedì sera si sono susseguiti gli appuntamenti di catechesi con la visita all’ospedale di Lentini, un incontro nella parrocchia la sera del tre nella quale ci sono stati gli interventi del cultore di storia patria Nino Terzo e dello psichiatra-devoto Enrico La Delfa di Catania. Martedì c’è stato l’incontro con le scolaresche cittadine, alle 10 presso la sede centrale del secondo istituto comprensivo Dante Alighieri guidato dalla dirigente scolastica Teresa Ferlito che nel suo intervento ha detto: “San Giuseppe Moscati per noi è un riferimento quotidiano: un modello da perseguire in ogni momento”. A seguire c’è stata la visita presso il polivalente di contrada Sant’Antonio con gli studenti dell’istituto superiore Nervi-Alaimo guidato dalla dirigente scolastica Giusy Sanzaro, la quale nel suo intervento ha ricordato l’’importanza del donare”: “a volte la società dimentica la sofferenza degli ultimi e non riesce ad ascoltare le testimonianze di uomini che hanno donato il loro sapere, hanno prestato il servizio con la loro professione totalmente gratuita che sono esempi da seguire sempre per un mondo migliore”.
A fare da moderatore nell’incontro con le scuole è stato il giornalista e docente Angelo Lopresti:” Giuseppe -ha detto- era un laico santo. Forte è stato il suo impegno nel sociale: non soltanto nella cura degli infermi, ma anche nella cura della città di Napoli. Rispettivamente assieme ai tanti alunni e docenti, negli istituti sono intervenuti rispettivamente per il Dante Alighieri la vicaria Patrizia Guccione con la coordinatrice del dipartimento di lettere Ivana Aletta, mentre al polivalente oltre a tantissimi alunni e docenti accompagnatori, sono stati presenti tra gli altri la vicaria Aurora Marino con la responsabile di Plesso Claudia Pirrera. Il parroco e relatore Piazzesi nel presentare la vita del santo-medico ha sottolineato: “Giuseppe Moscati era contro il degrado morale dell’Università. Aveva un forte senso della meritocrazia. Faceva parte di una famiglia numerosa e lui già da piccolo manifestava il suo senso di solidarietà e di servizio verso gli altri”. A Lentini, la figura di S. Giuseppe Moscati è stata ricordata all’ospedale civile, nella cappella di S. Giuda Taddeo, presenti personale medico, infermieristico, degenti e diversi soci del C.a.v. cittadino: anche in questo caso un momento toccante e significativo, in quanto proprio nelle strutture sanitarie si può toccare e sperimentare tutta la potenza del messaggio di S. Giuseppe Moscati, valido ai tempi in cui visse ma altrettanto ai giorni nostri. Perché mutano i costumi, cambiano i tempi ma non la sostanza delle cose quando la ‘materia’ da trattare è l’uomo che soffre, specie se è indifeso per età o condizione sociale. Al termine dell’incontro, organizzato dal cappellano don Michele Lentini (a sinistra nella foto con p. Alessandro Piazzesi e don Carmelo Scalia), una reliquia è stata portata in giro per i reparti di degenza.