Titolo della settimana: “I ragazzi del jukebox” (1959).
Nella settimana in cui il Festival di Sanremo impazza in tutta Italia, non si parla d’altro. Noi, invece, rispolveriamo il capostipite del musicarello, un sottogenere cinematografico italiano che ebbe grande successo negli anni ’60, in un Paese che già all’epoca si fermava per il concorso canoro, con Sanremo capitale della musica.
Il musicarello trasse ispirazione dai film americani con Elvis Presley, primo tra tutti Il delinquente del rock and roll, il cui impatto fu dirompente anche in Italia, al punto da creare due correnti musicali contrapposte: da un lato i cantanti melodici, legati alla tradizione, dall’altro gli “urlatori”, definiti così in senso dispregiativo, fautori di un cambiamento musicale.
Questa rivalità è al centro del film I ragazzi del jukebox, in cui il produttore Cesari (interpretato da Mario Carotenuto) sostiene la vecchia guardia, rappresentata da Appio Claudio (chiara allusione a Claudio Villa, il “reuccio”), mentre un gruppo di giovani artisti, supportati dalla figlia di Cesari, punta a rinnovare la musica italiana. Tra loschi impresari, colpi bassi e polemiche, il divertimento non manca, con una sfilata di volti noti al grande pubblico: Adriano Celentano, Joe Sentieri, Betty Curtis, Fred Buscaglione, Gianni Meccia e Tony Dallara.
La pellicola, girata con mano sicura e buon ritmo dal giovane Lucio Fulci, futuro maestro del cinema, è un vero e proprio documento d’epoca. Non tutti sanno che Il tuo bacio è come un rock e 24.000 baci, due dei maggiori successi di Celentano, portano la firma di Fulci, la cui influenza sulla cultura italiana è indiscutibile. Una curiosità: tutto il film è narrato dalla voce off di un jukebox.
Da I ragazzi del jukebox (1959) a Sanremo 2025: “Che la musica sia uno strumento di pace”… e se lo dice Papa Francesco!
Buona visione.