Tra mistero e architettura italiana nel mondo

Titolo della settimana: Profondo rosso di Dario Argento 1975. È arrivato il momento di festeggiare un classico, che per tutto il 2025 torna nelle sale: restaurato e in 4k, con tavole rotonde, discussioni e dibattiti. Da una sceneggiatura di 321 pagine scritte da Argento e Bernardino Zapponi con il titolo provvisorio di La tigre con i denti di sciabola. Principale protagonista del film è il suo spazio cinematografico, un “non luogo” geniale tra Torino e Roma, con una puntata a Perugia, presso la sezione ebraica del cimitero monumentale , che Dario, attraverso luci, controluci e inquadrature oblique carica di mistero e tensione, riscattando buchi di sceneggiatura presenti nel film.

Stesso discorso vale per il reparto architettura, specchi, quadri, sculture e lunghi corridoi diventano simboli di sinistri presagi che tornano da un passato oscuro e sepolto. Le location sono raffinate, quasi un tour organizzato tra Torino e Roma. Il Mausoleo di Santa Costanza a Roma, piazza CLN a Torino, villa Scott, situata nella collina torinese, storico edificio in stile liberty, progettato da Pietro Fenoglio , uno dei più importanti architetti in questo campo, divenuto poi col tempo un collegio femminile per suore. Villa Scott viene trasformata dal regista nella sinistra villa del bambino urlante, luogo clou della pellicola, la scuola media Leonardo da Vinci, dove Marc e Gianna entrano di notte , è il liceo Ginnasio statale Terenzio Mamiani di Roma, il negozio di dischi dove Marc ritrova la canzoncina infantile è in via Tiburtina, mentre la biblioteca è il Museo delle Belle Arti e Traduzioni popolari dell’EUR. Infine il teatro Carignano di Torino, dove si apre la storia, con le tinte che colorano il film. Dario Argento mai più a questi livelli, non si limita a raccontare un thriller, ma immerge lo spettatore nel mistero, creando un’esperienza visiva e sensoriale, influenzando generazioni di cineasti, da Carpenter a Del Toro.

L’utilizzo del rock progressivo del Goblin e di nenie infantili è rimasto un marchio di fabbrica argentiano. Non manca neanche qualche tocco di ironia, come i battibecchi tra Marc e Gianna, la giornalista, interpretata da Daria Nicolodi, grande attrice sottovalutata del nostro cinema. Due curiosità: il Blue Star, bar di piazza CLN, nella realtà non esiste, ed è un omaggio di Argento ai quadri di Edward Hopper. Lino Capolicchio era il prescelto per il ruolo di Marco, ma un incidente automobilistico lo mise fuorigioco, si rifarà l’anno, con gli interessi, con La casa dalle finestre che ridono di Pupi Avati, anche lui attualmente in sala con l’atteso L’orto americano. Avati e Fulci hanno poi spostato il thriller dalla città – non luogo argentiano alla sonnolenta provincia. Marc Hemmings, Daria Nicolodi, Gabriele Lavia, Glauco Mauri, Clara Calamai ed Eros Pagni sono i magnifici protagonisti, molti di loro provenivano dal teatro. Inutile dire film stravisto e super consigliato, ma se vi capita da rivedere in sala, perché con Profondo rosso si festeggia non solamente il film ma un’intera stagione, quella italiana dei generi e due grandi città, Roma e Torino. Buona visione

 

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