Titolo della settimana: L’apparizione di Xavier Giannoli, 2018.

Jaques Mariano, reporter di guerra in crisi per la tragica morte di un collega e amico, viene chiamato dal Vaticano per una delicata indagine: deve recarsi in un paesino del sud est della Francia, dove una giovane orfana e novizia di nome Anna afferma di aver visto la Vergine Maria, l’evento scatena l’attenzione mediatica e il piccolo paese viene invaso da migliaia di pellegrini e curiosi.

Sceneggiato dallo stesso  Giannoli insieme a Jaques Fieschi e Marcia Romano, il regista affronta un tema ostico con coraggio, affidando la parte del protagonista a uno dei personaggi più discussi dei nostri tempi, ma di indubbio talento come Vincent Lindon, molto credibile , aiutato dal suo volto scavato che i primi piani mettono in evidenza, in netto contrasto con quello di Anna, puro e sofferente, a cui regala il volto una convincente Galatea Bellugi.

Con il passare dei minuti la pellicola si trasforma in un viaggio personale e intimo di Jaques, che dopo aver toccato i luoghi più “caldi” del pianeta, si trova inaspettatamente ad affrontare, in un piccolo villaggio della sua patria, l’enigma più grande e misterioso della sua vita. L’apparizione è uno dei film più personali di Giannoli, classe 71, che nonostante sia agnostico, come Lindon, tratta il tema con molto tatto, credo affascinato dal mistero, e cosa importante evita di sentenziare, ma critica l’invasione, a volte anche violenta, dei media e la solita corsa si gadget e al marketing che, inevitabilmente, scatena eventi del genere. L’Apparizione è un film notevole, dalla durata forse eccessiva, ma che pone domande intelligenti per chi ha voglia di confrontarsi con i misteri più grandi, diviso in 6 capitoli,in tutto 140 minuti circa, dove, la poesia del dubbio, parole di Giannoli  ci offre il pretesto per interrogarci e porci domande insieme al protagonista. Buona visione

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