Intrigo internazionale, 1959 di Alfred Hitchock.

Dinanzi a opere del genere credo che qualunque critico faticherebbe a trovare le parole giuste, figurarsi io che sono solamente un appassionato della settima arte. Siamo nel 1959, una delle migliori annate di sempre: Un dollaro d’onore, Lo specchio della vita, A qualcuno piace caldo. Poteva mancare Zio Alfred? Impossibile, e si iscrive al club girando praticamente il primo James Bond, anticipando di tre anni James Bond quello vero. Rivedere oggi Intrigo internazionale è come fare un tour guidato, dal maestro s’intende, in alcuni luoghi simbolo d’America. New York, il palazzo di vetro dell’Onu ,Chicago e il Monte Rushmore, simbolo tra i simboli con le facce dei presidenti a scrutare l’orizzonte, e dove la spy-story tocca vette, tanto per restare in tema di montagne, mai più raggiunte con scambi di identità, doppiogiochisti, personalità ambigue e tensione crescente.

136 minuti pirotecnici nei quali un brillante pubblicitario, Roger Thornill-Cary Grant viene scambiato per un certo George Kaplan temuta spia, ritrovandosi di colpo ad essere l’uomo qualunque coinvolto in una situazione più grande di lui ed è costretto dagli eventi a far leva sulle proprie capacità per venire a capo di una ragnatela sempre più asfissiante e ai limiti del paradosso. Una pellicola dove, Zio Alfred rivoluziona il concetto di suspense e tutti i cliché annessi con una scena di 7 minuti, lasciando Cary Grant in mezzo a un campo di grano in attesa che succeda qualcosa. Ma cosa? Si percepisce, eppure stiamo assistendo solo ad una inquadratura in campo lungo di un campo di grano. Basterebbero soltanto questi 7 minuti per consegnare questo film all’olimpo, invece Zio Alfred “esagera” con un susseguirsi di scene madri che sono la risposta più chiara possibile a chi si chiedesse cosa significa rivedere Hitchock oggi a più di quarant’anni dalla sua morte, un cinema di una modernità assoluta che ha influenzato tutti i registi nessuno escluso. Impossibile citare tutte le scene, scopritele o riscopritele da voi con l’immancabile apparizione del maestro ,l’uomo dalla inconfondibile sagoma che perde il bus al minuto due della pellicola, quando si dice chi ben comincia. A differenza delle opere precedenti, possiamo dire molto più dark, qui è molto chiara fin dall’inizio una contaminazione tra il thriller e la commedia brillante, che nelle mani giuste diventa un mix esplosivo e vincente, tornando in un certo senso ai temi cari al regista, qui alla 5a pellicola con Grant protagonista.

Anche il titolo,quello originale, North by Northwest è fuorviante ed è una bella presa in giro, un luogo non luogo inesistente, un po’ come Roger Thornill che si vede sballottato dagli eventi da un posto all’altro d’America perdendo quasi totalmente le coordinate e regalando a noi spettatori una pellicola senza tempo.

Due parole sul cast, bastano i nomi : oltre a Grant, James Mason,Leo G. Carroll,Martin Landau,Jessie Roice e infine la protagonista femminile, che va ad arricchire la collezione di bionde, vera fissa di Zio Alfred, Eve Marie Saint.

Intrigo internazionale è conservato nella biblioteca del Congresso USA. Se qualcuno ancora oggi dovesse dirvi che il cinema di Zio Alfred è superato, fate finta di non aver sentito, ignoratelo e andate a vederne uno a caso. Hitchock, chi ama il cinema non può farne a meno.

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