La scena del Teatro Greco di Siracusa ha ospitato ieri 13 giugno la prima rappresentazione della commedia di Aristofane “Lisistrata”, che sarà sul palco, alternandosi  con la tragedia Edipo a Colono, fino al 27 giugno.
L’ allestimento scenico è  minimalista: la scena è dominata da una grande struttura che ricorda un telaio antico da cui partono tantissimi fili.  Il groviglio di fili in disordine che ricoprono la scena vuol rappresentare la situazione di guerra; il gioco dei simboli è un espediente per accendere l’immaginazione dello spettatore.
A mio avviso, l’interpretazione di Lella Costa è il fulcro della rappresentazione. La sua interpretazione di Lisistrata è molto intensa. Il testo brioso, opera di una traduzione  di Nicola Cadoni che  ha utilizzato  un linguaggio contemporaneo e   divertente,   ha strappato applausi al pubblico sin dalle prime battute.
La trama: Lisistrata, con l’aiuto delle amiche Calonice e Mirrina e della spartana Lampitò, forma un esercito di donne, che occupano l’acropoli per impedire l’accesso al tesoro che foraggia la guerra. La sua trovata per far cessare la guerra è quella di realizzare da parte di tutte le donne un vero e proprio sciopero del sesso. L’astinenza si rivela dura per gli uomini, ma altrettanto per le donne. Tuttavia, nonostante le difficoltà, le donne resistono e la firma della pace arriva come una liberazione per entrambi i sessi.
La commedia ha tutti gli aspetti insiti nelle opere di questo tipo: la messa in scena  è divertente, crea il riso, sfiora il farsesco, ci sono dei quadretti un po’caricaturali, specie nei confronti degli uomini, non mancano intermezzi e siparietti.
La Costa recita con grande naturalezza, aiutata da un cast che è apparso subito affiatato ed a suo agio di fronte al pubblico attento e numeroso accorso sul colle Temenite. Oltre a Lella Costa, gli interpreti sono Marta Pizzigallo (Calonice), Cristina Parku (Mirrine), Simone Pietro Causa (Lampitò), Marco Brinzi (Dracete), Stefano Orlandi (Strimodoro), Francesco Migliaccio (Filurgo), Pilar Perez Aspa (Stratillide), Giorgia Senesi (Nicodice), Irene Serini (Rodippe), Aldo Ottobrino (Commissario), Salvatore Alfano (Cinesia), Didi Garbaccio Bogin (Donna Beota), Beatrice Verzotti (Donna Corinzia), Alessandro Lussiana (Ambasciatore spartano), Stefano Carenza (Ambasciatore ateniese) e Giulia Quacqueri (Pace). Nello  spettacolo anche le allieve e gli allievi dell’Accademia d’Arte del Dramma Antico.

La regista Serena Sinigaglia, scelta perchè studiosa del teatro antico e per la sua pluriennale esperienza, aveva detto,  durante la presentazione, che la sua messa in scena puntava essenzialmente sul tema dell’opposizione alla guerra e su tema dell’amore.
Secondo me questi aspetti sono rimasti un po’ sottotraccia, anche se certe battute del testo (ne cito un paio: “ Gli uomini non dovrebbero godere se la donna non gode con loro” e “Il vero motivo della guerra è rubare e fare soldi”) inducono alla riflessione, e la conclusione vede l’incontro e il dialogo come presupposti indispensabili per giungere alla  pace.
Lisistrata è vista come un’eroina tragica, determinata contro la guerra e qualsiasi strumento è lecito per giungere allo scopo. Il tema del dialogo sociale tra uomo e donna, da una dimensione privata a  una dimensione pubblica, affiora ma non prevale, resta subordinato all’aspetto ludico che pervade la messa in scena, perfettamente in linea con lo spirito della commedia. Divertimento e leggerezza sono piaciuti al pubblico, che ha tributato al cast sinceri e  calorosi applausi.


La Fondazione INDA ha ospitato in questa serata al Teatro Greco Posto Occupato, la campagna di sensibilizzazione contro il femminicidio e la violenza di genere, lasciando un posto vuoto tra gli spettatori e ospitando le rappresentanti del Centro Antiviolenza Ipazia e della Fondazione “Una Nessuna Centomila”.

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