Negli anni la scuola italiana ha investito nella formazione ma ciò non è sufficiente a far decollare i risultati degli studenti italiani. L’indagine Ocse mette in evidenza su un campione di quindicenni provenienti da tutto il mondo e gli studenti cinesi risultano essere i migliori in matematica, scienze e comprensione dei testi. Nonostante il basso reddito delle famiglie di provenienza, gli studenti più svantaggiati economicamente raggiungono risultati migliori rispetto alla media.

La scuola italiana soffre il confronto con le scuole estere. La motivazione principale però è da ricercare nelle strutture che ospitano gli studenti. La mancanza di investimenti nell’edilizia scolastica priva gli studenti di preziose opportunità, la possibilità di attuare progetti e vivere esperienze preziose per la loro formazione, che non può essere solo teorica. Il divario delle competenze rimane elevato: gli studenti italiani non primeggiano nella classifica. La memorizzazione delle nozioni non è sufficiente perché la capacità di applicarle a casi concreti è più importante. Le competenze richieste riguardano la comprensione di un testo, l’applicazione della logica, la capacità di interrogarsi sulle cause dei fenomeni naturali e scientifici.

Gli investimenti nella scuola italiana sono modesti, non adeguatamente proporzionati al fabbisogno reale. La formazione deve essere adeguata e non generalizzata, specifica e di qualità. Occorrono insegnanti specializzati. I divari regionali negli apprendimenti, la dispersione scolastica e i gap sociali sono i punti nodali da attenzionare.

Le soluzioni possibili sono tante. Puntare sulla qualità dell’insegnamento e sull’innovazione didattica potrebbe essere un punto di partenza, ma non di arrivo. Il benessere dell’allievo deve essere al centro del sistema di istruzione.

Il confronto con gli altri Paesi non ci deve schiacciare ma ci deve spingere al miglioramento continuo e costante.

Cammino nei prossimi numeri conta di approfondire questa delicata e strategica “questione nazionale”, e invita i lettori a inviarci le proprie riflessioni.

 

 

 

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