Dopo il via libera degli organi competenti per l’intitolazione del plesso scolastico di Via Calatabiano appartenente all’XI I.C. “Archia” il 3 luglio c’è stata la cerimonia ufficiale alla presenza del dirigente scolastico Valeria Nicosia, dei docenti, degli alunni e delle più alte cariche dello Stato durante la quale è stata scoperta la lapide che ricorda il femminicidio di Eligia Ardita e della piccola Giulia che non ha avuto visto la luce perché una mano crudele quella del suo papà l’ ha stroncata prima ancora di nascere .
Una titolazione quasi dovuta visto che la giovane infermiera abitava in una palazzina di fronte la scuola, dove possiamo ipotizzare avrebbe frequentato anche la piccola Giulia , se una mano assassina non avesse posto fine alla sua vita. La donna, una giovane infermiera, come ricorderemo è stata uccisa il 19 gennaio del 2015 dal compagno e padre della bimba che portava in grembo, oggi condannato all’ergastolo in primo e secondo grado.
Erano presenti i genitori di Eligia il ministro per l’ interno Luciana Lamorgese, il presidente della Regione Nello Musumeci il prefetto Giusy Scaduto e il sindaco Francesco Italia, Una cerimonia commovente che rimarrà nella memoria dell’intera comunità che per l’occasione si è stretta con sensibilità alla famiglia Ardita. Dopo aver salutato i genitori di Eligia la ministra ha scoperto la targa del plesso scolastico e successivamente ha ascoltato i bambini, i veri protagonisti della breve ed emozionante cerimonia che con grande maestria hanno eseguito brani musicali. Dopo una breve sintesi su quanto fatto dalle istituzioni per contrastare il fenomeno la ministra Lamorgese ha ricordato che è stato istituito un codice rosso che permette ventiquattrore al giorno alle donne che subiscono violenza di denunciare il loro carnefice. Si chiama la “stanza per sé” dove le donne, in tutta riservatezza, possono chiedere aiuto e salvarsi da uomini violenti.
“Lo Stato c’è – afferma la ministra – il codice rosso funziona, ma bisogna migliorare qualcosa , soprattutto bisogna sostenere le donne affinché trovino il coraggio di denunciare”. Per l’occasione la ministra ha fatto sapere che è stato istituito un fondo di solidarietà per gli orfani delle vittime di femminicidio, si tratta di un indennizzo alle famiglie affidatarie per assicurare un percorso dignitoso agli ragazzi che a causa di un folle gesto restano privi di entrambi i genitori. “Una intitolazione dalla forte valenza simbolica – l’ha definita il prefetto di Siracusa, Giusi Scaduto – legata al nome di una donna e della sua bambina vittime della violenza, per non dimenticare e per essere monito e sostegno concreto alle nuove generazioni sentinelle contro la violenza” .
Un omaggio floreale è stato deposto dagli alunni della scuola dell’infanzia e primaria sulla “panchina rossa” dedicata alle donne vittime di violenza posizionata nel cortile della scuola.
La lotta alla violenza sulle donne passa anche attraverso i simboli, i gesti, ma soprattutto attraverso la presenza dello Stato ed il sostegno della società il sostegno che fa sentire meno sole sia le vittime sia i familiari. Non sarà sufficiente intitolare una scuola, una piazza, una panchina o altro per ammonire su un fenomeno tanto esteso e radicato, si tratta di segni, di azioni cultural per riflettere, affinché il femminicidio riconosciuto e condannato .