Le solennità e le feste dell’Anno Liturgico corrono un serio pericolo se non centrate e illuminate dalla Parola. Sganciate dalla Parola la deriva devozionistica, romantica, sentimentaloide è inevitabile. Bellissima e puntuale la lettera apostolica “Admirabile Signum” firmata da papa Francesco a Greccio il 01 dicembre. Poche pagine, ma intense sul valore polisemico del Presepe. Ma il presepe – dico io (bastian contrario!!) – nasconde ai più il… dramma. Il dramma di Dio e il dramma dell’uomo. “Ora Giuseppe suo sposo, poiché era giusto e non voleva esporla, decise di ripudiarla in segreto” (Mt 1,19). Maria di Nazareth rischia la lapidazione! Maria attende un figlio, ma non da Giuseppe. Matteo specifica che Maria è “incinta dello Spirito Santo” (Mt 1, 18), ma questa affermazione, non verificabile, non fa che complicare la situazione della moglie di Giuseppe. “È attendibile un fatto del genere? Certamente no. Maria per tutta la vita si porterà l’accusa di essere stata un’adultera. «Noi non siamo nati da prostituzione» rinfacceranno le autorità giudaiche a Gesù (Gv 8,41), e il figlio di Maria sarà conosciuto come «un bastardo di un’adultera», come si trova scritto nel Talmud, nel testo più antico riguardante Gesù (Yeb. M. 4,13)”. Un Avvento e un Natale istriato di sangue innocente. Un Natale, soprattutto e innanzitutto, “passionale”! Mancano Angeli che ci appaiono in sogno. Non sogniamo più. Mancano Angeli che ci umanizzano. Mancano Angeli che ci annunciano le sorprese di Dio. Perché la realtà non è come sembra.

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