Preg.mo Direttore,

Mi sia consentito anzitutto, da vecchio lettore ed abbonato, salutare con gioia e soddisfazione il ritorno in edicola e sul web di Cammino, dopo la triste parentesi dell’incolmabile perdita del Suo predecessore padre Giuseppe Lombardo, augurando buon lavoro a Lei ed a tutti i suoi collaboratori.

Bene ha fatto Alessandro Zappulla a stimolare la coscienza dei cattolici  richiamandola alla riscoperta del ruolo e del significato della loro presenza culturale e politica nella società italiana dopo gli ultimi venti anni caratterizzati da una diaspora che ha visto i cattolici presenti nelle diverse formazioni e movimenti politici ma del tutto assenti quanto alla capacità di incidere concretamente sulle decisioni e scelte politiche degli ultimi tempi non sempre orientate alla ricerca del bene comune e della vera integrale promozione dell’uomo.

Per quanti però non si rassegnano ad una condizione di marginalità ed irrilevanza culturale e politica, credo sia venuto il momento di sperimentare l’elaborazione di una piattaforma di proposte concrete per la società italiana ancorata ai valori del cattolicesimo democratico e dell’insegnamento sociale della chiesa pur attraverso il confronto ed il dialogo rispettoso con gruppi e compagini culturali espressione di istanze e sensibilità diverse.

Non mancano, sotto tale profilo, le tematiche da affrontare a partire, a titolo esemplificativo, dal lavoro, dall’interculturalità, dalla promozione del ceto medio, dalla riscoperta della tutela del creato e dell’ambiente tanto cara a Papa Francesco.

Si tratta di quella “grammatica dell’umano” da tradurre in grammatica sociale e quindi politica come auspicato dal Presidente della CEI card. Gualtiero Bassetti.

Non si vuole, è bene precisare, riproporre il principio dell’unità politica dei cattolici, ma spingere verso forme nuove di impegno civile e culturale adeguate alla complessità del nostro tempo per incrementare la presenza dei cattolici al servizio della collettività.

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