PROBLEMI AI BILANCI DELLE FAMIGLIE

Numerose famiglie segnalano ritardi da parte dell’Inps nel pagamento della quota di maggio dell’Assegno unico, con conseguenti problemi per i bilanci familiari.

Da parte sua, l’Inps ha spiegato che i pagamenti relativi a maggio comprendono eventuali conguagli a credito o a debito per il beneficiario. Nel primo caso, ha chiarito l’Inps, i maggiori importi possono essere stati determinati, ad esempio, dall’adeguamento dell’Isee, dal riconoscimento del premio alla nascita e dalla presenza di persone con disabilità nel nucleo familiare, alle quali spettano importi maggiorati con decorrenza dal mese di marzo 2022. Nei casi ricalcoli a debito, invece, l’importo medio della somma da restituire ammonta a circa 41 euro e sarà rateizzata in più tranche, il cui importo non sarà comunque superiore al quinto del debito totale. Il dettaglio degli importi rimborsati o da restituire sarà visibile nell’area personale del sito internet dell’Inps entro il 10 giugno.

Ricordiamo che gli importi dell’Assegno unico sono determinati sulla base delle dichiarazioni Isee. Le famiglie hanno tempo fino al 30 giugno per presentare domanda per il nuovo anno relativo al beneficio, che decorre da marzo e fino a quella data l’importo dell’Assegno corrisponde alla quota minima. Dopo l’accettazione della domanda, l’Inps provvede ai conguagli, pagando la differenza rispetto a quanto effettivamente dovuto.

Se risponde a verità quanto sostenuto dall’Inps per giustificare i ritardi, che la causa cioè è nei conguagli che stanno rallentando l’accredito delle somme spettanti, perché le verifiche non sono state fatte per tempo?.

Noi restiamo convinti, come Forum delle Associazioni Familiari, che l’Assegno unico dovrebbe essere la misura che riconosce valore e supporto ai figli a prescindere dal reddito, ma intanto rappresenta per molte famiglie un modo per sostenere il costo del caro vita che interessa anche i beni primari e quelli per la prima infanzia. Pertanto, è indispensabile garantire la puntualità dei versamenti dell’assegno unico, per evitare che le famiglie si trovino in situazione di ancor più grave difficoltà economica.

In ogni caso, sarebbe opportuno eliminare l’obbligo di presentazione della dichiarazione Isee per ottenere l’importo spettante. Chi non lo fa ottiene la quota minima, attualmente pari a 54,1 euro e tante, troppe famiglie preferiscono non sobbarcarsi alle incombenze dell’Isee e non fanno ancora richiesta, accontentandosi della misura minima. Nella riforma fiscale si deve tenere sempre in maggiore conto della numerosità dei componenti del nucleo familiare, non solo per ridare potere di acquisto alle famiglie, ma anche per mettere le famiglie stesse nella condizione di essere motore per tutto il Paese.

Salvo Sorbello

Presidente Provinciale del Forum delle Associazioni Familiari

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