Oltre 90.000 pensionati; 15.000 invalidi civili; 13.500 indennità di accompagnamento; 12.000 percettori del reddito di cittadinanza: 200.000 ore di cassaintegrazione ordinaria e straordinaria, più di 6.000 domande di disoccupazione. Sono questi i numeri Inps circa la realtà siracusana alla data del 30 giugno 2019.

La provincia di Siracusa, 403 mila abitanti, senza alcuna ombra di smentita, è una provincia in grande parte assistita.

Molti penseranno come mai visto che nel nostro territorio insistono numerose aziende industriali e il grosso petrolchimico che ancora raffina petrolio per mezza Europa.

Eppure, i dati in possesso dell’Inps dimostrano che una grande parte della popolazione vive con le assistenze previste dal sistema previdenziale: pensioni, cassintegrazione, disoccupazione, reddito e pensione di cittadinanza, invalidità civile e assegno sociale sono tutti provvedimenti erogati dall’istituto previdenziale che rappresentano la fotografia dello stato sociale della provincia.

Vediamo i dati distinguendoli per aree geografiche omogenee corrispondenti ai centri per l’impiego:

Siracusa: comprende i comuni di Floridia, Solarino, Canicattini B, Palazzolo A., Buscemi, Buccheri, Cassaro e Ferla e Sortino;

Augusta: comprende i comuni di Priolo G., Melilli, Villasmundo;

Lentini: comprende i comuni di Francofonte, Carlentini e Pedagaggi;

Noto: comprende i comuni di Avola, Rosolini, Pachino e Portopalo;

I dati sono relativi al 30 giugno 219, quindi recenti e utili per analizzare compiutamente lo stato socioeconomico della provincia di Siracusa.

Area di Siracusa: Numero di pensionati 41.813;

Area di Augusta:                                        13.299;

Area di Noto:                                               22.217,

Area di Lentini:                                            12.877;

Totale numero pensionati nella provincia 90.206 unità.

Indennità di accompagnamento   in tutta la provincia: numero 13663.

Invalidi civili: 15.328 unità.

Pensioni con reddito di cittadinanza: 1.721.

Percettori con reddito di cittadinanza 12.002

Ore di cassaintegrazione ordinaria autorizzate: 63.672

Ore di cassaintegrazione straordinaria: 130.894

Domande di disoccupazione presentate: 6.252

Numeri freddi che parlano chiaro e dovrebbero far tremare i polsi ad una provincia che nonostante mantenga, anche se ridimensionata nei numeri e nell’attività di produzione, una zona industriale chimica e metalmeccanica diventa sempre più povera.

I settori emergenti come il turismo o la nuova agricoltura non riescono ad assorbire manodopera che comunque è sempre più dequalificata, sia per la mancanza di corsi di formazione appositi sia per una carenza culturale di base proveniente da una scuola sempre più asfittica e priva del ruolo di creatrice di una nuova classe dirigente.

Se a questo si aggiunge che la meglio gioventù per trovare lavoro è costretta ad emigrare verso altri lidi il cerchio dello stato grave della nostra economia si chiude impietosamente.

La classe politica in crisi di valori e di capacità di analisi sembra incapace non solo di analizzare la situazione socioeconomica della provincia, ma non intravede nessuna soluzione alternativa ad una economia rimasta al passo delle attività tradizionali, senza nessuna prospettiva di innovazione tecnologica ed informatica. Una classe politica nuova e vecchia che sembra paralizzata da una crisi irreversibile perché non ha saputo cogliere le novità che si muovono nel paese e nel mondo. Le piccole città della provincia sono sempre paesi fantasma con una maggioranza di anziani e donne, mentre i pochi giovani rimasti sono a carico dei genitori fino ad oltre i trent’anni senza un futuro di lavoro o sono costretti ad accettare lavori precari o in nero senza nessuna garanzia di diritti.

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