Essere donna significa non cedere mai ad alcun compromesso contro cuore. 
Fu questo il messaggio che volle lanciare Franca Viola, massimo esempio per tutte le donne dagli anni 50 in poi.
Franca era una ragazza semplice, figlia di contadini. Originaria di Alcamo, in Sicilia.
Nasce in un’epoca ed in una terra in cui le donne non avevano voce in capitolo, erano soggette prima al padre e poi al marito. Un’epoca in cui l’onore era più importante della dignità e dei sentimenti di una donna. E il matrimonio riparatore era la cura di ogni male, il paracadute di ogni “sbaglio”.
Non veniva riconosciuto il reato di stupro, se la donna, conscia di aver perso l’onore, decideva di sposare il suo carnefice.
Questo era ciò che la società degli anni 60 si aspettava dalla giovane Franca, appena quindicenne.
La ragazza venne rapita, malmenata e stuprata dal suo ex fidanzato, Filippo Melodia, nipote di un boss mafioso. Era il 1966, Franca viene ritrovata e liberata dalla polizia ed il carnefice ed i suoi complici vengono arrestati.
Il processo è lungo. Franca non vuole per nessun motivo sposare il Melodia.
Il prezzo da pagare è altissimo: minacce, ricatti, l’opinione pubblica contro.
Una clausura forzata, con polizia fuori da casa giorno e notte e nessuna possibilità di lavoro per il padre.
L’attenzione di tutta la stampa locale e nazionale è altissima, sia perché è la prima volta che una donna sceglie di dichiararsi “svergognata” e sfidare le regole di un onore presunto e patriarcale, sia perché in questa vicenda si ravvisa l’occasione di intaccare, almeno in parte, il potere della mafia.
Il processo è molto lungo, il nipote del boss cerca di infangarla in tutti i modi, facendola credere consenziente. Ma Franca lotta, partecipa ad ogni udienza rivivendo quell’antico dolore e la sua famiglia le è da supporto. La famiglia Viola vince, il Melodia viene arrestato. Dopo qualche anno Franca si sposa, è amore. Ha vinto, su tutto e tutti. Ha riconquistato la dignità forzatamente perduta di molte donne. È un grande passo verso un’emancipazione femminile sempre più decisa ma che fatica ad affermarsi.
Nonostante il coraggio di Franca abbia fatto da apripista a molte analoghe denunce, affinché il “matrimonio riparatore”, insieme con il “delitto d’onore”, escano dal codice penale come argomenti che legittimano di fatto la violenza su donne, fidanzate, mogli, si dovrà aspettare la legge 442 dell’articolo 544 del codice penale, il 5 agosto del 1981: l’altro ieri.
Condividi: