Il Coronavirus si è abbattuto come uno tsunami sul mondo dello sport.

Da tutte le parti del mondo, uno alla volta tutti i campionati di tutti gli sport sono stati costretti ad alzare bandiera bianca. Oltre a fermare la passione di milioni di appassionati questa situazione sta provocando danni gravissimi a livello economico soprattutto al calcio, la terza industria italiana. Nessuno può dire quando riprenderanno i campionati e con quale formula, ma certamente i danni sono già ingentissimi. Anche la più grande manifestazione sportiva del pianeta, le Olimpiadi di Tokio, hanno dovuto arrendersi all’incontenibile diffusione planetaria del virus. Noi che seguiamo le olimpiadi da quando siamo stati nell’età della ragione, sognavamo un’altra immagine leggendaria, come quella del 10 Ottobre 1964, quando Yoshinori Sakai, ultimo tedoforo, nato nei pressi di Hiroshima il 6 Agosto 1945, giorno dell’esplosione atomica , accese il tripode olimpico dello stadio di Tokio e inizio alle ultime olimpiadi organizzate del Giappone. Gli organizzatori i hanno sperato fino all’ultimo di poter mantenere la manifestazione nelle date previste o almeno di provare a disputare i giochi entro l’anno 2020. Ma per gli atleti e per le federazioni sarebbe stato complicatissimo riprogrammare la preparazione spostandola di tre o quattro mesi.  Il comitato olimpico internazionale ha deciso di spostare tutto all’anno 2021, nella speranza che la bufera sanitaria sia passata totalmente. Anche a Siracusa qualcuno ha assistito decisamente interessato a questo balletto di date della rassegna olimpica. Il canoista Samuele Burgo, che il biglietto per Tokio lo aveva già staccato nel mese di Agosto del 2019, conquistando ai mondiali di Ungheria il sesto posto nel k2 in coppia assieme al padovano Luca Beccaro, ha dovuto fermare il suo conto alla rovescia verso la rassegna iridata e riprogrammare tutto per il prossimo anno. Ma Samuele saprà sicuramente aspettare, perché il suo viaggio verso le olimpiadi del sol levante  parte da lontano. Parte dalla sua famiglia di sportivi, dove è cresciuto a pane e canoa, con il  papà Maurizio che ha fatto da apripista e con la sorella Irene, che come Samuele veste la maglia azzurra e occupa stabilmente posizioni importanti delle ranking della canoa femminile.  E parte da lunghi anni di progressi , frutto dai duri  allenamenti necessari per emergere in uno sport  faticoso come la canoa  e continua con le vittorie ed i piazzamenti, prima nelle categorie giovanili e poi ai livelli maggiori. Adesso per Samuele Burgo è il tempo dell’attesa, con la forma fisica e la tenuta psicologica che dovrà comunque essere mantenuta ai  massimi livelli. Il volo della sua canoa in Giappone, è solo rimandato, e con esso l’appuntamento di Samuele e di tutta la  famiglia Burgo con la storia dello sport siracusano.

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