La voglia di rialzarsi a volte mette a dura prova anche i più integerrimi che non cedono a pressioni di qualsivoglia genere.

Purtroppo in questa Fase 2 emergono difficoltà in tutti i settori, dal commercio alla sanità, dall’istruzione alla giustizia.

Il vero problema non sono le difficoltà ma il modo di affrontare questa fase delicata. Non esiste non una ricetta perfetta. Esistono invece regole da rispettare e alle quali attenersi. Non sono ammesse scorciatoie.

Purtroppo chi è in difficoltà, non trovando aiuto nello Stato, anche per cavilli burocratici, si trova costretto a cedere alle pressioni e a praticare strade “alternative”. I finanziamenti di origine sospetta, le riaperture non autorizzate, sono segnali di una certa insofferenza che uno stato di diritto non può non vedere. Uscire fuori dagli schemi e tentare di sovvertire l’ordine costituito non è una strada praticabile.

Gli scenari finali sono sempre gli stessi: l’attività viene chiusa, il fallimento aziendale segue poi la fase critica di ricerca disperata di un lavoro. Il lavoro nero, il caporalato e tutto il sommerso della manovalanza trova in momenti così difficili ampio sfogo..

Lo Stato si è impegnato ad adottare misure straordinarie per far fronte alla difficile e critica situazione in cui si trova tutto il popolo italiano, e non può deludere le aspettative cercando di recuperare gli evidenti ritardi. Tuttavia i cittadini dovranno collaborare e rispettare le indicazioni igienico-sanitarie ed i primi segnali destano qualche preoccupazione. Ma la ripartenza non è mai facile. La salita all’inizio è difficile, faticosa, sembra insormontabile ma quando si arriva in vetta, si può dire che ne è valsa la pena. E’ la storia di sempre, non è serio far apparire la nuova “fase” come una regata con il vento in poppa.

 

 

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