Nicita: «Il futuro del petrolchimico? Si gioca sulla riconversione energetica»

Il neo senatore segue da vicino gli effetti della guerra sul polo industriale di Siracusa. L’impegno sul fronte dei migranti. E poi la vera grande emergenza, quella dei giovani che vanno via: “Lavoro a una norma contro gli svantaggi dell’insularità 

Petrolchimico, migranti, ma anche lo sviluppo della provincia e l’emergenza giovani. Il neo senatore del Partito Democratico, Antonio Nicita, 54 anni, muovendosi fra la piccola e la grande storia, rilegge con Cammino – nel quarantesimo dalla fondazione – le emergenze del momento e prova a tracciare un’idea di futuro e di rilancio del nostro territorio. Ordinario di Politica economica alla Lumsa e dal 2014 al 2020 Commissario dell’Agcom (l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni), è membro della segreteria nazionale del Pd e autore di numerosi saggi. Ora l’ingresso a Palazzo Madama.

 

Senatore Nicita, gli effetti della guerra si abbattono anche sulla nostra provincia, sul petrolchimico. Una polveriera che rischia di esplodere. Quale futuro per il polo industriale di Siracusa?

Dobbiamo distinguere tra il breve periodo, con le questioni dell’emergenza occupazionale sul tema Lukoil e su quello Ias, e il medio-lungo periodo in cui mettere in campo un rilancio industriale fatto di riconversione, transizione ecologica e risanamento ambientale, riqualificazione dei lavoratori e nuove filiere.

Il ministro Urso parla di statalizzazione. È una via praticabile?

La questione delle sanzioni alla Russia ha gettato in un contesto di incertezza l’intero comparto. Siamo stati fin qui poco incisivi e autorevoli, bisogna dirlo, nel portare al giusto livello nazionale il tema. Ci siamo arenati sul punto delle garanzie Sace per le banche, tema complicato, ottenendo un emendamento che si limitava a chiedere un tavolo. Appena mi sono insediato, con la collega Furlan abbiamo sollecitato subito il Comitato per la Sicurezza Nazionale al Mef a rilasciare una comfort letter (oggi sulla bocca di tutti) che escludesse l’impianto dal perimetro delle sanzioni o che in ogni caso eliminasse l’incertezza giuridica, diventata, per taluni, un alibi. Dopo dieci giorni, la Comfort letter è arrivata. E si è così scoperto che le banche rilanciavano una richiesta di garanzia Sace al 100%, cioè un percorso che si complica molto con il tema europeo degli aiuti di stato.

Un percorso minato…

C’è in realtà, dietro, una partita di poker sul prezzo di vendita dell’impianto giocata sulla pelle dei lavoratori. Abbiamo allora presentato come Pd in Commissione Bilancio in Senato, a mia firma, un emendamento al Dl aiuti quater, per una norma veicolo che permetta l’amministrazione fiduciaria temporanea dell’impianto, qualificato come infrastruttura critica per la sicurezza nazionale, sulla scia dell’esempio tedesco per Rosneft. Altre ipotesi, come la richiesta di una proroga del termine, ove concessa dalla Commissione europea, ci può dare qualche mese in più, ma alla fine si arriverà a una compravendita e il Governo attiverà proprie prescrizioni con il Golden Power. A mio avviso, con l’amministrazione fiduciaria – che non è ancora una statalizzazione – il Governo può governare meglio un passaggio proprietario nell’interesse del Paese e del territorio per poi applicare il Golden Power.

Al di là dell’emergenza contingente, il petrolchimico racconta anche una storia ai titoli di coda. Una scelta che dopo i primi anni del boom non si è rivelata lungimirante, compromettendo fortemente il territorio, dalle coste all’agricoltura e all’artigianato. Da dove ricominciare?

È l’esempio per antonomasia della transizione ecologica e della riconversione industriale, unitamente al risanamento ambientale, che sta al centro della politica europea. Qui, è vero, abbiamo perso una occasione con il Pnrr perché è stato posto un forte vincolo dal principio do not significant harm, ma ci sono i fondi sociali di coesione sui quali va chiesto alla Regione di destinare una parte rilevante dei 7 miliardi previsti al polo industriale per una seria riconversione che apra a nuove filiere, con particolare attenzione alla transizione energetica sostenibile, alle energie rinnovabili, al ciclo dei rifiuti. La questione Ias va affrontata subito trasformando in legge, con una legge speciale, le prescrizioni della magistratura, imponendo a ciascuna società di investire su propri impianti di pre-trattamento e cambiando la governance. Se la Regione ha fallito, va ridisegnata governance e responsabilità tra privati e governo nazionale.

Lo sguardo va anche a turismo e cultura. Eppure nonostante la crescita e i boom di ogni estate, non riusciamo a fare lo scatto che possa garantire davvero sviluppo e crescita alla città e alla provincia.

Abbiamo una enorme potenzialità, spesso lasciata all’iniziativa dei privati in assenza di un chiaro indirizzo di coordinamento pubblico, cui corrisponde un frazionamento delle iniziative locali. C’è anche un tema, antico, di mobilità sostenibile e di programmazione dei flussi turistici. Qui, invece, il Pnrr offre molte occasioni che vanno intercettate, ma costruita una governance locale tra tutti i soggetti interessati, con una regia comune che valorizzi le tante, a volte troppe, opportunità che offre il nostro territorio. Uno degli ambiti su cui intendo impegnarmi nelle prossime settimane è quello del Parco degli Iblei, bloccato da anni.

Nel frattempo i giovani continuano ad andare via, a lasciare una terra povera di occasioni e di opportunità.

Questa è diventata una emergenza. È un flusso continuo che spopola le nostre città e i nostri borghi. Elimina la conoscenza tacita, distrugge opportunità locali. Se non riusciamo a far ritornare i nostri giovani e meno giovani non riusciremo ad attrarre quel capitale umano che è necessario per un vero rilancio. Con alcuni colleghi senatori, stiamo presentando un Ddl sul contrasto ai costi dell’insularità, tema entrato in Costituzione con il nuovo art. 119 dallo scorso luglio. Quella è la sede ideale per porre una serie di questioni e trovare le risorse adeguate per abbattere costi di mobilità verso la Sicilia e dentro la Sicilia e per richiamare competenze siciliane che si trovano altrove. Pensiamo a una legge per il contrasto agli svantaggi da insularità che impegni Governo e Parlamento a trovare annualmente le risorse necessarie a questo fine.

Altro tema caldo: i migranti. L’infinita tragedia che naviga sui barconi nel Mediterraneo. Lei ha espresso la sua posizione in maniera netta salendo anche a bordo dell’ennesima nave che approda sui nostri mari. Ma l’accoglienza fine a se stessa, è anche il Papa a dirlo, non è la soluzione. La vera sfida è garantire un futuro, una vita dignitosa e un futuro a chi si accoglie. Come si fa? è utopia un vero piano di accoglienza europeo?

Intanto il soccorso è e deve restare un impulso umano. Vanno soccorse tutte le persone che si trovano in pericolo in mare come impone la Law of the Sea delle nazioni unite. Il governo, con il ministro Piantedosi, ha provato a superare questo principio a Catania, ma con la nostra azione siamo riusciti a far scendere tutti. Altra cosa è l’accoglienza. Bisogna insistere su un sistema di accoglienza europeo e proporre la Sicilia come un hub di alta professionalità capace di attrarre ingenti risorse europee per regolare i flussi, i rimpatri, e l’integrazione. Serve una grande risposta dell’Europa anche nei paesi d’origine. Ma basta con i lager libici e basta con la criminalizzazione di chi salva vite. Non è tenendo in ostaggio le persone su una nave che si stimola la solidarietà europea. Anzi. Politica.

Lei è un’eccezione di un sistema politico che nel tempo ha smantellato il rapporto Parlamento-territorio. Oggi abbiamo un Parlamento dimezzato e di nominati. Come sta la democrazia?

La democrazia è in un cattivo stato di salute come dimostra l’astensionismo. Per quanto mi riguarda sono stato molto onorato della risposta della città di Siracusa che ha portato il Partito Democratico al record del 16% in Senato. Una richiesta del territorio che intendo rispettare e non deludere. Dobbiamo essere più simili alle cose che diciamo, più vicini alle persone, confrontarci sui temi e sui problemi, discutere le soluzioni, aprirci. I cittadini devono poter scegliere i propri candidati e votarli e i candidati devono però non restare imbrigliati solo nella realtà locale. Si serve il territorio guadagnando in Parlamento autorevolezza su tutti i temi nazionali.

Suo papà è stato un importante democristiano della Prima Repubblica. Qual è la lezione che si porta dietro?

Capisco oggi la grande fatica e il grande impegno che ha caratterizzato tutta la sua vita. Era una persona costantemente dedicata a conoscere i problemi e a capire come risolverli, con un grande rispetto per la sofferenza delle persone e per le difficoltà della vita che lui stesso da giovane aveva sperimentato. Il più grande insegnamento è anche un suo vecchio slogan: “risolvendo i problemi generali si risolvono anche quelli dei singoli cittadini”. Anche io intendo fare cosi, per quello che posso da senatore dell’opposizione: su ogni tema capire come inserirlo in un contesto più generale di azione su cui generare consenso politico nelle istituzioni per misure concrete.

Il senatore Nicita con i figli

Economista, esperto di informazione, con un passato da commissario Agcom. Nel mondo del digitale e dei social, dove di fatto è saltata l’intermediazione viviamo una società ipercomunicativa – che si muove a colpi di social e fake – ma paradossalmente meno informata. C’è un mercato delle notizie . E delle “verità” per citare il titolo di un suo recente libro…

Sullo sfondo, c’è la crisi dei media tradizionali e la loro rincorsa all’attenzione attraverso meccanismi imitativi dei social network. C’è l’“illusione della conoscenza” indotta dall’accesso immediato, e non mediato, al più grande archivio di informazioni mai esperito dall’umanità. E c’è il paradosso della concorrenza tra fonti informative che competono per attrarre una risorsa scarsa come la nostra attenzione: al crescere della dimensione del «mercato delle idee» si riduce il tempo che dedichiamo alla ricerca e alla verifica delle informazioni mentre aumenta quello che destiniamo a notizie e fonti che confermano la nostra pregressa visione del mondo. Il “mercato delle idee” rischia così di trasformarsi nel “mercato delle verità” e a farne le spese sono il pluralismo e l’apertura al confronto e alla discussione, così essenziali per la salute delle nostre democrazie. Ne consegue che le regole che abbiamo disegnato in passato per governare il mercato delle idee, oggi non solo non paiono funzionare, ma sembrano addirittura generare nuovi fallimenti di quel mercato. Ciò richiede nuove riflessioni e la necessità di discutere se ci servano o meno nuove regole per rafforzare, o solo per difendere, le nostre democrazie.

Quarant’anni di “Cammino”. Un augurio e un ricordo…

È un giornale essenziale per la nostra comunità. Me lo ricordo sempre in casa, con una bellissima impaginazione. Siamo tutti in Cammino. Spesso ce ne dimentichiamo. Serve che qualcuno ce lo ricordi, indicandoci, ove possibile, anche la strada e la meta. Tantissimi auguri!

 

QUESTA INTERVISTA E’ STATA PUBBLICATO SULL’EDIZIONE TOPOGRAFICA DEL NOSTRO GIORNALE IN DATA 28 NOMBRE 2022.

PROPRIO DA POCHI MINUTI LE AGENZIE HANNO RIPORTATO IL SEGUENTE AGGIORNAMENTO SULLA VICENDA LUKOIL COSì COME RIPORTATO DAL SENTORE NICITA NELLA SUA PAGINA FACEBOOK:

LUKOIL, Nicita: accolta proposta Pd, ora riconversione e risanamento – Askanews
Lukoil, NICITA: accolta proposta Pd, ora riconversione e risanamento Lukoil, NICITA: accolta proposta Pd, ora riconversione e risanamento “Soddisfatti per il decreto del ministro Urso” Milano, 1 dic. (askanews) –
“Esprimiamo soddisfazione per l’accoglimento da parte del Ministro Urso della proposta che abbiamo avanzato per l’impianto ISAB/LUKOIL di Priolo. In particolare due erano le nostre proposte: qualificare l’impianto come infrastruttura critica nazionale e, quindi, di istituire un trusteeship pubblico, nella forma di amministrazione fiduciaria temporanea per garantire la continuità dell’operatività dell’impianto e l’occupazione nell’intero indotto.
IL DL approvato dal Governo, che valuteremo nel dettaglio in sede di conversione, ripercorre la proposta che abbiamo avanzato in un emendamento depositato presso la Commissione Bilancio del Senato al DL Aiuti Quater, annunciandolo al Ministro Urso, in cui si ripercorre il modello dell’art.17 della legge tedesca che ha posto in amministrazione fiduciaria Rosneft”. Così il senatore del Pd Antonio NICITA.
“Con la gestione fiduciaria possono essere firmati contratti di approvvigionamento di petrolio non russo, validare gli stessi con il sistema sanzionatorio statunitense, far ripartire le linee di credito, permettere cambi proprietari, applicando la normativa sul Golden Power per garanzie occupazionali e di investimento”, ha aggiunto. Rea 20221201T204924Z”

 

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