E’ stato ricordato domenica sera con una messa solenne in chiesa Madre di Floridia, nel corso dei festeggiamenti annuali del SS Crocifisso, dell’arciprete Antonino Loterzo, ad un anno dalla sua prematura morte. Ancora vivo il ricordo del parroco Loterzo nei fedeli floiridiani. La celebrazione Eucaristica è stata presieduta dal rettore del seminario diocesano mons. Salvatore Garro. Alla presenza di moltissimi fedeli hanno concelebrato l’arciprete della Chiesa Madre don Alessandro Genovese, il parrocco della Parrocchia di S. Michele Arcangelo di Palazzolo, don Francesco Mangiafico, mons. Carlo Dell’Osso Cappellano di Papa Francesco.

Padre Antonino Loterzo
Don Alessandro Genovese ricordando la figura di padre Antonino Loterzo ha sottolineato: “Chi è nato il 14 di settembre non poteva che essere ricordato dopo un anno contemplando la croce di Cristo. La vita di Padre Antonino, da cristiano e da prete è stata una vita segnata dalla croce gloriosa. Oggi attorno all’altare del Signore facciamo memoria di un grande uomo, di un prete che si è fatto pane spezzato, come Cristo, per l’umanità; di un prete che è salito sulla croce e ha condiviso la passione di Cristo Gesù. Dopo un anno rendiamo, facciamo Eucarestia, per avercelo donato e per aver guduto della sua paternità. Rendiamo grazie al Signore anche del mistero della morte anche quando questo mistero è inconprensibile. In questa Eucarestia padre Antonino ritorna in una maniera forte, alta, più alta di ogni simbolo e più alta di ogni segno perchè sperimentiamo la sua presenza spirituale, lo ricordiamo sapendo che abbiamo attraversato, abbiamo già camminato un anno insieme: lui dal cielo e noi sulla terra. Lui rimanendo faro nella nostra vita, lui rimanendo sostegno, aiuto anche nei sogni. Lo vogliamo ricordare dicendo grazie a Dio perchè ce lo ha donato e continua a stare con noi”. Poi rivolgendosi a Mons. Garro,
Don Alessandro ha detto: “Ti ringrazio Padre Salvo per aver accolto il mio desiderio nel presiedere questa Eucarestia, l’hai accetatta da floiridiano e l’hai accettata perchè anche tu nella tua vita sei stato attraversata dalla presenza di padre Antonino ed hai sperimentato la sua amabilità, sei stato ai suoi grandi scherzi, questa chiesa Madre ti ricorda infatti il suo primo scherzo da confratello quando ti accolse festante da novello presbitero. Grazie perchè presiedi questa Eucarestia e ci dai la gioia di condividerla sotto questo sguardo bello, particolare del nostro Crocifisso così vogliamo oggi unirci nell’intimità di Dio di questo amore spalancato”.

Il parroco Alessandro Genovese
Nella sua omelia mon. Salvatore Garro non ha voluto parlare di Padre Loterzo ma dei sogni che agitavano padre Antonino e, come una sorta di dialogo, mons. Garro riferendosi al compianto parroco, ha detto: “Non voglio parlare di Padre Antonino. Mi sono messo d’accordo con lui. Stasera non posso citarlo perchè mi devo fare perdonare il lungo discorso, lungo per la sua pazienza che ho tenuto il giorno del suo funerale. Mentre facevo quel discorso io dentro me chiedevo scusa a padre Loterzo perchè lui non voleva essere “esposto”, non voleva rimanere esposto tutto quel tempo. Poi quando ho visto quei foglietti ho detto hai parlato tanto e forse un anno non basterà per farti perdonare da lui (Padre Loterzo). Questa sera c’è il discorso del perdono e dico allora facciamo una cosa che farà contento lui e farà contento pure me. Alla lucde del Vangelo di questa sera io non posso ricordare Loterzo. Io posso soltanto invitare ciascuno di voi che avete avuto la possibilità, la gioia, il lasciarvi benedire da lui, di individuare qual’era il sogno che agitava Padre Loterzo.

Il rettore Salvatore Garro
Allora non saremo più preoccupati a capire quante volte dobbiamo perdonare come Pietro per essere buoni per poter dire che Padre Loterzo è stato un bravo parroco perchè questo veramente nessuno lo può mettere in discussione. Però possiamo avvicinarci a lui a quello che lui sta vivendo in questo momento e il modo migliore è qual’era il desiderio di Dio che hai sentito vibrare nel tuo cuore quando sei nato a Buccheri?. Qual’era il desiderio di Dio che hai sentito nel tuo cuore quando hai desiderato fortemente di entrare in Seminario? Qual è il desiderio che ha mosso e smosso tutta la tua forza di volontà quando hai sentito che il seminario stava per esserti tolto? Qual’era il desiderio di Dio che agitava il nostro Padre Loterzo quando all’inizio pensava che la sua vita fosse da missionario itinerante nel cammino e come questo desiderio stava per sedimentarsi e diventare una calma come Brucoli. E come questo desiderio è dovuto diventare fuoco. “Aviri a chi fari che ciuddiani non è facile”. “E avere a che fare che ciuddiani dopo che c’è stato Padre Columba e ancora più difficile”. Qual’era il fuoco che lo ha portato a lasciare la dolce e mite Brucoli tutta mare e trovare Floridia che era esigente. Io sono orgoglioso di essere floridiano “pirchi noi e parrini ni spurpamu”. Di solito negli altri paesi i preti muoiono in pensione da qui muoino nel pieno del loro ministero. Questo fa parte del Crocifisso, fa parte della possibilità di amare fino alla fine, fino in fondo. Si consumano per noi e la loro morte per la nostra comunità non è nient’altro che la realizzazione di tutte quelle piccole morti quotidiane che hanno stravolto il nostro il cuore. Ecco qual è il desiderio che agita padre Antonino Loterzo? Io non ve lo voglio dire perchè io ne posso intuire un aspetto ma voi siete stati più vicini di quanto possa esserlo stato io. Allora è questa la responsabilità che ci possiamo prendere a partire dal Vangelo di questa sera. E se lo facciamo per padre Loterzo lo dobbiamo fare per tutti. Lo dobbiamo fare per i nostri familiari, le persone che lavorano con noi, per le persone che stanno accanto a noi, per le persone di cui abbiamo responsabilità e per le persone che hanno responsabilità su di noi. Qual è il tuo sogno e se non c’è ci metterò tanto di quel perdono nella mia storia, nella mia vita, perchè si possa ridestare questo sogno in te, perchè si possa ridestare questo desiderio in te. Perchè questo desiderio possa alimentare la presenza di Cristo tra me e te. E’ questa la scommessa – aggiunge mons. Garro – grande e allora diventa anche interessante capire come noi abbiamo dato la possibilità a padre Loterzo di essere Santo. E come padre Loterzo ha dato a noi la possibilità di diventare Santi. Tutte quelle piccole semplici relazioni quotidiane. Tutte quelle sue piccole delicate presenze, tutte quelle sue forti prese di posizione. Lui stesso diceva <<io vengo dalla montagna non è che potete stanarmi>>. Voi pensate come veramente il Vangelo di stasera (ieri domenica) ci da la possibilità di non essere qui per una commemorazione. Noi siamo qui per non sprecare il nostro presente, per guardare al passato. Ma guardare al passato immersi nel sogno di Dio. Il segreto grande per poter perdonare e ognuno di noi l’ha potuto sperimentare nella propria vita. Noi non perdoniamo perchè rimaniamo sintonizzati con il dolore che l’offesa ci ha provocato. Il perdono è possibile quando stacchiamo il nostro sguardo, la nostra concentrazione, la nostra percezione soltanto dal nostro dolore iniziamo ad aprire lo sguardo sull’amore di Dio che ci portiamo dentro sin dall’infanzia. L’amore della redenzione, l’amore Crocifisso a quel punto viviamo di quell’amore e perdoniamo di quell’amore. Il Signore ci conceda di sintonizzarci con il nostro desiderio profondo. Il Signore ci conceda di perdonarci e di sintonizzarci con il perdono che non ci manca e che ci è arrivato attraverso i nostri parroci passati al nostro parroco presente. Il Signore ci dia la possibilità ascoltare fino in fondo questo desiderio. E’ un desiderio che non si impone ma che propone e ridesta la libertà dei figli”.