Titolo della settimana: Non essere cattivo di Claudio Caligari, 2015.
Il film di oggi costituisce insieme a Amore tossico (1983, premiato a Venezia come miglior opera prima) e L’odore della notte del 2001una vera e propria trilogia dal notevole impatto sociale. Opere del regista Claudio Caligari, scomparso prematuramente al termine delle riprese.
Il 7 settembre di quello stesso anno il film venne presentato alla 72a mostra del cinema di Venezia riscuotendo un inaspettato successo di pubblico e critica, tale da essere scelto per rappresentare l’Italia alla notte degli Oscar non riuscendo però ad entrare nella cinquina finale, ma questo non intacca minimamente il valore artistico di un’opera che in anni di vacche magre per il nostro cinema, è grasso che cola.
Si deve a Valerio Mastrandea attore ( già protagonista del secondo film) e grande amico del cineasta se il film è stato salvato da un oblio sicuro, visto che nessuno voleva produrlo. Ecco una delle tante stranezze e assurdità del nostro cinema dove film di valore vengono accantonati a favore di cinepanettoni e scialbe commedie scadenti di cui il nostro cinema è ormai saturo.
Prova ne è Lock Dawn all’italiana, film-spazzatura uscito di recente nelle sale. Ostia1, 995 come qualunque periferia italiana anni 90 con la sua microcriminalità fatta di spaccio, furti, rapine, risse e rancori di una vita quotidiana alla deriva, dove Vittorio e Cesare amici da una vita “quasi fratelli” galleggiano, cercando nella droga e nel malaffare una soluzione per i loro problemi.
Cesare stanco e avvilito tenterà il riscatto sociale e morale. C’è la farà. O sarà risucchiato da quel vortice dal quale è difficile uscire?
Facce giuste quelle di Luca Marinelli e Alessandro Borghi ormai due certezze del nostro cinema, ai quali Caligari (autore, va ricordato, anche della sceneggiatura) affianca due figure femminili anch’esse di notevole bravura come Viviana e Linda rispettivamente Silvia D’Amico e Roberta Mattei, personaggi a tutto tondo scritti alla perfezione da un regista che, con tre film in trent’anni, è riuscito a ritagliarsi un posto importante nella settima arte: un cinema dal taglio neorealista che, mescolando le borgate di Pasoliniana memoria al degrado delle periferie di oggi, ha fatto centro, conquistando critica soprattutto il pubblico. Anche il nome del protagonista Vittorio è un chiaro omaggio a un altro film-cardine del cinema italiano ovvero Accattone di Pasolini. Una trilogia che vi consigliamo di recuperare, dolorosa ma che da speranza, un po’ una metafora su larga scala di quello che stiamo vivendo in questo anno incredibile.
Buona lettura e buona visione