Francesco Lomanto, proveniente dalla diocesi di Caltanissetta è il nuovo Vescovo di Siracusa, ordinato ieri nel Santuario della Madonna delle Lacrime.

Sabato 24 ottobre 2020 quindi è già diventato un giorno da segnare negli annali della diocesi di san Marciano e santa Lucia.

Per l’arcivescovo eletto Francesco è stata una intensa giornata iniziata con una apposita conferenza stampa in vista della pomeridiana ordinazione episcopale, in cui Cammino ha cercato di conoscere il novello Arcivescovo e quindi cogliere le priorità del suo ministero.

Anticipiamo una sintesi delle conversazioni raccolte che saranno ampiamente riportate sul prossimo numero del nostro periodico, uno speciale sulla diocesi e sul nuovo vescovo, in uno ai testi degli interventi ufficiali di mons. Pappalardo arcivescovo emerito di Siracusa, mons. Russotto vescovo di Caltanissetta e mons. Lomanto.

Da 99 anni il vescovo titolare non veniva ordinato nella stessa Arcidiocesi metropolita e città di Siracusa. Un evento nell’evento vissuto nel Santuario della Madonna delle Lacrime che mons. Lomanto ha dichiarato ambire fin dal primo momento … quanto ho accolto con gioia e pari trepidazione la notizia della mia elezione a vescovo di Siracusa; ancora oggi in me alberga questa tensione altalenante per l’importante ruolo affidatomi da Papa Francesco”.

Adesso dove volgerà lo sguardo con priorità?

“Di certo la mia azione pastorale deve essere rivolta all’Uomo, perché la chiesa non può vivere disgiunta dalla storia dell’umanità”.

Si riferisce alla situazione attuale, crisi economica e sanitaria innanzitutto?

“Ogni epoca ha le proprie difficoltà, a noi tocca vivere questo nostro tempo e quindi percorrere con fiducia vie nuove”.

Cosa dire ai giovani di oggi che comunicano con strumenti molto differenti dal passato, come proporre loro i valori delle tradizioni che caratterizzano anche la Chiesa siracusana?

“Ai giovani occorre offrire innanzitutto la nostra testimonianza autentica, ed in ciò scopriranno il valore non solo della tradizione quanto della verità del Vangelo”.

Quale alchimia comunicativa in un contesto sociale sempre più imprevedibile?

Di fronte alle incertezze di questo nostro tempo si rende necessario porsi in dimensione di ascolto, assicurare così la nostra vicinanza alle persone che soffrono.  Così facendo saremo in grado di riconoscere la Verità che ci farà risplendere, di questo abbiamo bisogno tantè che nel mio stemma vi si legge come motto “Santificati in Veritate”, consacrati nella verità.

Ci spieghi…

“Penso infatti che coesistono fra noi diversi mondi: …il mondo che viviamo, il mondo che abbiamo in testa ed il mondo che costruiamo ed è in quest’ultimo mondo che ci dobbiamo ritrovare e così facendo edificheremo il nostro stare insieme in Verità… così come la Verità che a Siracusa ci consegna Maria con le sue lacrime di carità: rivolte a tutti e a ciascuno di noi!”

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