Oggi alle 16,30 il santuario della Madonnina delle Lacrime ospiterà la cerimonia di ordinazione dell’arcivescovo Francesco Lomanto. L’ultima volta che la chiesa di san Marciano ha vissuto un così importante evento risale a 99 anni fa. Offriamo ai nostri lettori un contributo per seguire l’evento spiegandone i segni carichi di significato.
Cristo, santificato e mandato dal Padre (Gv 10,36), per mezzo dei suoi Apostoli ha reso partecipi della sua consacrazione e missione i loro successori, cioè i vescovi. Essi insigniti della pienezza del sacramento dell’Ordine, per opera dello Spirito, sono divenuti e divengono veri e autentici maestri della fede, pontefici e pastori, e presiedono al gregge del Signore in persona di Cristo capo.
In forza dell’Ordinazione episcopale e mediante la comunione gerarchica con il Capo e con i membri del Collegio, l’eletto Arcivescovo Francesco Lomanto è costituito membro del Corpo episcopale.
La liturgia di Ordinazione avviene durante la celebrazione eucaristica, ed è una importante Messa ricca di segni e significato.
È altresì importante che la comunità diocesana sia preparata adeguatamente, anche conoscendone la struttura, per parteciparvi fruttuosamente e attivamente, sapendo cosa accade in questa liturgia.
L’eletto, per questa solenne celebrazione, indossa sopra il camice: stola sacerdotale, dalmatica: la veste propria del diacono, e casula: la veste propria del presbitero e celebrante: questi tre elementi stanno a significare che egli detiene la pienezza dell’ordine sacro.
Immediatamente dopo la lettura del Vangelo, il cancelliere arcivescovile legge la bolla pontificia, ovvero il mandato del Papa, senza il quale l’Ordinazione risulterebbe valida ma illegittima.
Segue l’omelia, centrata sul ministero del vescovo. La volontà manifestata di voler compiere fino alla morte il ministero degli Apostoli, viene sancita con gli impegni dell’eletto, nove domande poste la cui risposta è: “Si, lo voglio.“.

Mons. Russotto ed il vescovo eletto Lomanto
Il commovente rito della prostrazione, esprime la volontà di implorare l’aiuto e l’intercessione dei santi che possano sostenere con la loro preghiera il cammino tracciato. Non può esserci rito di Ordinazione senza l’invocazione dello Spirito, associata al gesto apostolico dell’imposizione delle mani, ed esso vuole meglio significare che a costituire nell’ordine dell’episcopato è il dono dello Spirito Santo. Il celebrante impone le mani sul capo dell’eletto in silenzio.
Dopo, sull’ordinando, che rimane in ginocchio, viene recitata la preghiera di Ordinazione dal celebrante stesso, con la formula “essenziale“ detta da tutti i vescovi concelebranti. Essenziale, perché costituisce la parte fondamentale per la validità della sacra Ordinazione. Il primo rito esplicativo è l’unzione crismale: ancora, sul capo dell’eletto viene profuso abbondantemente il sacro Crisma, viene così effusa la mistica unzione di Cristo, che dà fecondità al ministero, affinché il nuovo vescovo con il suo gregge possano essere “consacrati nella verità “.
Egli è chiamato ad annunciare il Vangelo con “grandezza d’animo e dottrina “, infatti la prima consegna è il libro dei Vangeli, per il quale il vescovo deve spendere la sua vita, custodendo la santa Chiesa, sposa del Signore, del quale egli stesso è figura di Cristo sposo, ricevendo in seguito l’anello, segno di fedeltà. La santità, deve permeare la sua persona, segno ne è la mitra, che viene imposta sul capo, ed egli sta in mezzo al suo popolo, risplendendo di fulgore e luce divina. Infine, il pastorale, segno del ministero di pastore, che regge la Chiesa di Dio. L’eletto quindi, si eleva in piedi e siede sulla cattedra, da quel momento diviene Arcivescovo, e la sede non più vacante, cioè priva di guida.
Egli stesso continua la celebrazione eucaristica con la Chiesa Siracusana, che si è fatta bella per essere “pronta come una sposa adorna per il suo sposo” (Ap 21,2) e vede ancora una volta un nuovo successore degli apostoli accostarsi ed accogliere Essa. Tramite il nuovo Pastore è sempre Cristo che ama, sposa e nutre il suo mistico Corpo, e ancora una volta giungono “le nozze dell’Agnello” (Ap 19,7) che instaurano il regno dei cieli.
Non accadeva da quasi cento anni, novantanove per esattezza, che un Arcivescovo Titolare venisse Ordinato nella stessa Arcidiocesi Metropolitana e Citta di Siracusa. Era il 22 maggio 1921, quando Mons. Carabelli riceveva l’Ordinazione in Duomo. La nostra amata Madonna delle Lacrime, sotto cui lo sguardo tutto questo si compirà, con amore di mamma possa guidare tutti noi, pastore e popolo al suo Figlio Gesù.
Considerate le misure di prevenzione dovute alla pandemia, l’ingresso al santuario è consentito solo a 500 persone già autorizzate, nonostante gli oltre 5000 posti disponibili, pertanto l’arcidiocesi di Siracusa ha predisposto una diretta che prenderà il via alle 15.40, trasmessa sul sito ww.arcidiocesi.siracusa.it, sul canale You Tube (Arcidiocesi di Siracusa), sulla pagina Facebook “arcidiocesi di Siracusa”-