Quello che stiamo attraversando è un momento difficile a causa del coronavirus che ha visto la maggior parte dei cittadini a restare nelle proprie abitazioni per evitare il contagio. In tutto questo c’è stata anche la decisione di celebrare la Messa senza il popolo e questo ha comportato molto sconforto. Però dobbiamo dire che durante la giornata le chiese sono aperte per la preghiera personale. Nei fedeli manca il partecipare alle celebrazioni eucaristiche e il cibarsi di quel corpo e sangue di Cristo.
Abbiamo chiesto all’Arciprete della Parrocchia san Bartolomeo Ap- Chiesa Madre Don Alessandro Genovese come la comunità parrocchiale sta vivendo questo momento difficile a causa dell’epidemia.
“L’immagine che abbiamo subito compresa noi parroci di Floridia – dichiara don Alessandro Genovese – quando quella primissima settimana il 10 di marzo davamo un comunicato ai nostri fedeli è l’immagine evangelica della tempesta sedata da Gesù. Questa immagine è stata ripresa da Papa Francesco in quel momento di preghiera che abbiamo vissuto in comunione con lui con Piazza S. Pietro completamente vuota. E’ l’immagine di un popolo che si sente su una barca. La grande certezza di essere la barca di Pietro dove a bordo c’è Cristo Gesù. Però c’è una certezza è quella nostra di professione di fede in Cristo Gesù. E’ ciò che la liturgia della Chiesa ci ha fatto celebrare il giorno di Pasqua. L’essenziale della liturgia battesimale della notte di Pasqua è stata la nostra professione di fede, credere in Dio che ci è Padre, nel figlio suo che è venuto a redimerci, a salvarci e a darci la possibilità di avere una relazione diretta con il Padre divenendo suoi figli. Attraverso il suo Spirito. Anche se non sappiamo dove e quando finirà questa situazione, abbiamo la certezza che la meta del navigare è sempre la volontà di Dio, l’edificazione del regno di Dio. Un’altra immagine evangelica è quella della vite. Gesù nel vangelo ci ricorda che Lui è la vite e noi i tralci. Mi piace leggere questo tempo come un tempo di potatura della vite. La potatura porta in se una grande speranza, porta in se la bellezza di una resurrezione. Dobbiamo allora rimanere nell’obbedienza al Divino agricoltore che ci darà la possibilità di guardare i germogli della sue resurrezione per portare ancora più frutto”.
Ma secondo Lei è anche un tempo di verità. Ognuno di noi è chiamato a fare discernimento. Che ne pensa?
“Questo tempo ci sta conducendo certamente ad un’interiorità delle persone – aggiunge Padre Alessandro -, della storia di ognuno di noi, delle relazioni intrafamiliari, un rientrare nella camera personale della coscienza di ogni uomo, questo diventa certamente un’occasione di verità! Se ci lasciamo poi condurre dal Signore in questo pellegrinaggio interiore possiamo illuminare tanti aspetti della nostra vita. E qui ritorna un’immagine della notte di Pasqua, che abbiamo tante volte vissuto nelle nostre comunità e quest’anno c’è mancato. E’ l’ingresso del cero che viene ad illuminare l’assemblea santa di Dio. Questo tempo può essere un tempo di luce personale per riconoscere le verità di Dio nella nostra vita. Infine, lo definirei il tempo della carità perché ci stiamo rendendo conto che avevamo bisogno di rimettere in discussione nelle nostre comunità il modo di essere carità di Cristo Gesù. Stiamo toccando con mano cosa significa essere strumento di carità. Uomini e donne che pur distanti nella comunità cristiana si stanno mettendo all’opera del Dio dell’amore che conduce a dare per dare”.
Quale è stata la sua riflessione circa la trasmissione via social delle Celebrazioni Eucaristiche?
“Non sono stato tanto favorevole alle celebrazioni Eucaristiche trasmesse sui canali social. Nel tempo quaresimale ho preferito più ad un messaggio audio da condividere con i miei fratelli in cammino rimandando sempre all’Eucarestia attraverso le reti nazionali quelle che sono le celebrazioni dell’Eucarestia. Solo per la settimana Santa seguendo le indicazioni della Cei (Conferenza episcopale italiana) abbiamo celebrato l’Eucarestia trasmettendola attraverso i canali social semplicemente per dare la possibilità ai miei parrocchiani di ritrovarsi attraverso le immagini in un luogo a loro caro, la propria Chiesa Parrocchiale. Certo, stiamo vivendo uno dei tempi di grande digiuno dell’Eucarestia per il popolo santo di Dio. Non so se nella storia della chiesa ci siano stati tempi così. Questa certamente rimane una grande prova che la Chiesa, le comunità cristiane stanno vivendo. Non possiamo accontentarci della comunione spirituale ma è in questo tempo, l’unica occasione per entrare nel rapporto intimo con Dio. Mi auguro di cuore che ci ritroveremo a vivere la possibilità almeno della Messa domenicale perché mi torna in mente il grande sacrificio di uomini e donne. L’immagine emblematica è quella dei martiri di Abitene che per il giorno del Signore, per l’Eucarestia domenicale, hanno dato la vita. Ma non ultimo i tanti martiri del nostro secolo, che proprio perché radunati nelle chiese di domenica si sono ritrovati con una bomba sotto i piedi. Allora, forse il giorno domenicale dovremmo pur con le dovute precauzioni riattivarlo nella vita celebrativa delle nostre comunità”. Dobbiamo pazientare!
Un altro momento triste in questo momento di pandemia sono le celebrazioni funebri come avete pensato di “congedare” chi ritorna alla Casa del Padre?
“Certamente fa soffrire dover congedare i nostri fratelli defunti davanti la porta della chiesa. Questo, certamente è una delle grandi ferite che in questo tempo stiamo vivendo“.
Vi siete affidati anche alla Immacolata Concezione Patrona di Floridia con un atto di affidamento?
Si il 25 marzo, Solennità dell’Annunciazione del Signore con la preghiera del Rosario e un atto di affidamento alla nostra amata Patrona. Se Papa Pio IX l’11 febbraio del 1877 l’ha proclamata Patrona di Floridia, e proprio perché i nostri padri hanno sperimentato tante volte l’aiuto l’intercessione della Vergine Immacolata. Abbiamo chiesto di continuare ad essere strumento di intercessione, di auto, sostegno per questa comunità. Allora abbiamo voluto chiedere ancora una volta che si manifesti il suo patrocinio per questa città. E lasciando la chiesa aperta in questo tempo tante persone si trovano a passare. In questo tempo questa casa è diventata il luogo dove si dispensa la carità, è luogo dove andare a fare visita al SS. Sacramento, ma tanti li trovo davanti all’effige dell’Immacolata.