L’ottantottenne siracusano Paolo Coriglione è un protagonista della Cultura locale. Appassionato, in particolare, di Storia siracusana, ha pubblicato numerosi articoli su molte riviste e, da giornalista-pubblicista, ha già scritto con passione ben tredici libri, dal 1993 in poi.

Nel settembre scorso, con la stessa passione culturale, ha dato alle stampe “Latino vivo” (Morrone editore), una pubblicazione che intende mantenere e ravvivare il valore intramontabile della lingua latina. L’autore crede, infatti, che “nel vecchio”  si possa costruire “il nuovo”. E, come osserva mons. Giuseppe Greco nella sua interessante prefazione al libro, “un popolo senza memoria è un popolo sensa futuro”.

 L’idea di fondo di Paolo Coriglione è che “conoscere il Latino significa conoscere meglio il presente in quanto figlio di un passato; una lingua che traccia una civiltà, l’evoluzione della cultura di un popolo”. E mons. Greco rafforza il convincimento dell’autore, affermando che il Latino, luce di civiltà, ci insegna l’ordine mentale e l’armonia dell’insieme.

La lettura delle ottantasette pagine del libro aiuta ad apprezzare la bellezza, il significato della cultura romana ma aiuta pure a comprendere e condividere come la lingua latina faccia parte della migliore storia universale dell’Uomo pensante.

L’aspetto caratteristico del libro è certamente la lunga elencazione di ben trecentoventinove citazioni latine; espressioni ricorrenti, usate nel quotidiano e moderno, linguaggio italiano. L’autore, nel tempo, ha raccolto con amore e pazienza tutte queste citazioni latine, selezionandole e presentandole al lettore, interpretandole con zelo e tenera complicità storica, culturale ed estetica.

Al termine di questo singolare cammino linguistico, si osserva facilmente come la lingua latina sia in effetti tuttora presente in tanti modi di sperimentare ed esprimere realtà contemporanee.

Un buon lavoro, quindi, anche per comprendere i nostri attuali percorsi di vita. Ma pure per comprendere l’ignoranza di quanti hanno irresponsabilmente rifiutato la conoscenza e lo studio della lingua latina, generando spesso la peggiore sub-cultura dei disordinati e presuntuosi modernisti senza radici di civiltà.

Grazie a te, “Latino vivo”:  aiuti a sollevare lo sguardo verso l’Alto, verso il Bello, che non conosce tramonti di vita!

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