Al rientro delle festività si ipotizza anche per gli studenti della scuola secondaria il rientro a scuola anche se ancora non sappiamo quale sarà la percentuale in DAD e quanta in presenza , ma sebbene la curva dei contagi sia addolcita non sappiamo come si potrà evolvere la situazione nei prossimi giorni, da qui il timore del rientro a scuola con la stessa situazione del lockdown spinge tanti genitori a richiedere la didattica a distanza ancora per qualche settimana, vista ancora la mancata soluzione dei trasporti e non solo
A proposito di rientro , nei mesi scorsi è stata promossa da Generali Italia e The Human Safety Net, con la collaborazione delle onlus L’Albero della Vita, Mission Bambini e Centro per la Salute del Bambino, una iniziativa educativa, che ha coinvolto gli insegnanti, le scuole primarie e le reti- no profit di tutta Italia, di 50mila bambini di 3.500 classi di terza, quarta e quinta elementare, che in pieno lockdown hanno partecipato al progetto “Ora di Futuro” e dall’analisi dei loro elaborati è emerso che gli studenti vogliono tornare a scuola, stare con i compagni, avere laboratori a disposizioni, ma anche tanti spazi per fare sport e attività all’aperto.
Dal 7 gennaio quindi lezioni in presenza a scuola, anche per gli studenti delle superiori, questo quanto emerge al termine della riunione dall’Anci (l’Associazione nazionale comuni italiani), e dalle direttive del governo . Su più fronti si lavora per assicurare le migliori condizioni possibili e per garantire sicurezza ai ragazzi e tranquillità alle loro famiglie. La decisione, fortemente voluta dall’esecutivo per permettere a tutti gli studenti italiani di concludere l’anno in presenza, è stata presa dopo numerosi incontri con prefetture ed enti locali per trovare soluzioni al problema dei trasporti e degli orari di ingresso a scuola.
Ma cosa è stato per gli studenti il 2020, l’anno della pandemia? In tanti sono dell’idea di aver perso ogni punto di riferimento, hanno vissuto malissimo il fatto di non poter andare fisicamente a scuola, la sofferenza di dover stare chiusi in casa davanti al pc , non avere più una vita sociale e l’avvio della seconda tornata di DaD è stata vissuta con una sorta di rassegnazione. Ciò che li ha scoraggiati e demotivati è stato il fatto che la chiusura delle scuole sia stata determinata in larga parte da motivi che potevano essere parzialmente superati se affrontati per tempo, vedi il problema trasporti, assembramenti agli ingressi, distanziamento, banchi monoposto mai arrivati o a scuola inoltrata ecc. I ragazzi ascoltati hanno dichiarano quanto è stato faticoso rinunciare alla propria classe, al contatto quotidiano con gli amici e gli insegnanti, allo spazio della ricreazione fatta tutti insieme, alla mancanza di esperienze collettive ritenute formative e socializzanti , a tutti manca quello che fino a qualche anno fa per alcuni era vissuto con una seccatura. Il bello della scuola, come sostengono pedagogisti e psicologi non è solo apprendere dai libri, ma stare insieme, crescere attraverso il dialogo il confronto, lo studio, la sana competizione, il gioco”, e se è vero che la didattica a distanza ha consentito di non interrompere il percorso educativo, e di concludere l’anno scolastico è pur vero che è venuta meno la centralità della relazione umana l’ascolto, il supporto e il confronto elementi necessari per superare il senso di solitudine e isolamento sperimentato durante il lockdown
La ministra Azzolina crede fortemente in un ritorno a scuola per tutti; anche il dottor Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico-scientifico, è un sostenitore del ritorno a scuola perché sostiene che il “focolaio del contagio non è la scuola, ma il prima e dopo le lezioni”, sottolinea che la scuola è considerata luogo a rischio “accettabile”, grazie alle le azioni messe in atto per ridurre il contagio.
Tuttavia c’è ancora molto da lavorare per tornare alla didattica in presenza, un obiettivo più importante del cenone di Capodanno. Dobbiamo pretendere sostiene la ministra il rafforzamento della sanità scolastica, task force di sanitari per monitorare e dare risposte alle esigenze dei docenti e dei dirigenti scolastici, risolvere il problema dei trasporti , evitare gli assembramenti esterni per non tradire ancora una volta le aspettative dei i giovani.
Quindi a gennaio, devono poter ritornare a sedersi nel luogo a loro più familiare e amato, le “aule scolastiche.”
A gennaio la scuola dovrebbe ripartire in presenza per gli alunni di ogni ordine e grado di istruzione, questo l’obiettivo che tutti auspicano. Bisogna lavorare per recuperare il tempo perduto , ridurre i rischi al minimo e correggere gli errori, perché se oggi molti ragazzi sono obbligati alla dad è perché si è sbagliato qualcosa.