I SIRACUSANI NON SMETTANO DI PREGARE PER LA RESTITUZIONE DEL CORPO DELLA VERGINE E MARTIRE

 

E’ iniziata  la tredicina di Santa Lucia. Sarà, quella di quest’anno, una festa particolare e tutti i siracusani ci rivolgeremo fiduciosi alla nostra Patrona, in questi momenti di enorme difficoltà.

Non sono più i tempi in cui alla messa mattutina in Cattedrale, celebrata da mons. Ottavio Garana, canonico della Deputazione di Santa Lucia  o dal parroco Carmelo Gentile, prendevano parte, partecipando con devozione e fede, centinaia di fedeli. Oltre alle immancabili vecchiette ortigiane, c’erano decine di artigiani, commercianti, impiegati, professionisti che venivano a Messa, a rendere omaggio a Lucia,  poco dopo l’alba, alle 7,15, prima di andare a lavorare.

Una Festa che  quest’anno è davvero diversa ma non per questo meno intensa e che sarà anche la prima col nuovo arcivescovo di Siracusa mons. Francesco Lomanto, che ha voluto rendere omaggio alla Patrona, sia al termine della sua prima celebrazione nella chiesa Cattedrale davanti al Simulacro e sia recandosi poi, pellegrino, al Sepolcro di Santa Lucia, accolto dal rettore della Basilica Santuario  Fra Daniele Cugnata.

La nostra Santa brilla nel firmamento del Cristianesimo e il suo culto è diffuso ovunque nel mondo. Come dimenticare che Dante fu un suo devoto e la esaltò nella Divina Commedia al pari di Maria e di Beatrice. E non scordiamoci di musicisti come Donizetti,  Bellini, Pacini e Pier Luigi da Palestrina.

Manzoni scelse proprio il nome di Lucia per la protagonista dei suoi Promessi Sposi  e sono davvero innumerevoli i dipinti che rendono omaggio alla nostra Santa. La più antica raffigurazione di santa Lucia si trova nell’abside della cripta di san Marziano, a San Giovanni alle Catacombe, dove venne ritrovata anche la testimonianza più lontana nel tempo (quinto secolo) del culto della Vergine, l’epigrafe di Euschia “morta nella festa di Santa Lucia”.

E da siracusani devoti di Santa Lucia non smetteremo di pregare con sentimento fervido per la restituzione definitiva del Corpo della nostra Patrona alla città di Siracusa, prima culla del Cristianesimo orientale e le  cui sepolture cristiane sono seconde solo a quelle di Roma, come ha sottolineato Paolo Orsi.

Sono stati innumerevoli i tentativi esperiti nel corso dei secoli per ottenere la traslazione del corpo della Vergine e la giusta aspirazione dei Siracusani non deve mai venire meno, come voleva anche il grande arcivescovo Luigi Bignami che la volle confermare  con le parole, incise nel tempietto del sepolcro, “Lucia sponsa Christi, omnis plebs te expectat”(Lucia sposa di Cristo, tutto il popolo ti attende).

Non dimentichiamo che il Corpo di Santa Lucia su sottratto ai siracusani nel 1039 dal condottiero bizantino Giorgio Maniace, che approfittò dell’ingenuità di un anziano per ingannarlo, chiedendogli di indicargli  il luogo esatto dove riposava il Corpo per poterlo venerare e invece lo trafugò, per farne omaggio al suo sovrano. I veneziani, a Costantinopoli, nel 1204, col doge Enrico Dandolo, agirono con le stesse modalità.

Arcivescovi, sacerdoti, laici che hanno fatto la storia della nostra città, ci hanno insegnato che bisogna insistere nell’aspirazione di veder riconosciuto un diritto storico di Siracusa, quello di riottenere per sempre le spoglie mortali della Patrona. “Siracusa attende con fede il giorno in cui nella Chiesa e nello Stato – ha scritto l’avvocato Corrado Piccione, autorità morale della nostra comunità – sorgeranno personalità capaci di far rispettare questo suo imprescrittibile diritto, contro il quale non si oppongono motivi sacrali nè ragioni storiche né considerazioni culturali: soltanto il principio del possideo quia possideo (possiedo poichè possiedo), davvero inammissibile nell’ambito del culto ispirato dalla fede religiosa”.

Condividi: