RIPORTIAMO INTEGRALMENTE IL TESTO UFFICIALE DEL PRIMO PONTIFICALE DELL’ARCIVESCOVO FRANCESCO LOMANTO IN OCCASIONE DELLA FESTA DI SANTA LUCIA 2020

Eccellenze Reverendissime Mons. Costanzo e Mons. Pappalardo,

Amati Confratelli nel Sacerdozio,

Religiosi e Religiose,

Seminaristi,

Signor Prefetto,

Signor Sindaco,

Gentili Autorità tutte,

Carissimi Fratelli e Sorelle,

in questa terza domenica di Avvento, che questʼanno cade il 13 dicembre, ricordiamo la nostra Santa Patrona: la Vergine e Martire Lucia. È la domenica che anticipa la gioia del Natale. La liturgia della Parola mette in luce il mistero di Cristo che viene come sorgente di luce, datore di speranza e messaggero di pace, di gioia e di carità. Tre pilastri che hanno alimentato la vita e la testimonianza di S. Lucia.

La luce di Cristo

Il Vangelo presenta Giovanni Battista che prepara la venuta di Gesù e lo indica presente nel mondo. Egli «non era la luce, ma doveva rendere testimonianza alla luce» (Gv 1,8). Il Battista è figura dei sapienti e dei profeti che non sono la luce, ma sono illuminati dalla luce e la testimoniano agli altri affinché tutti accolgano la luce della vita. Giovanni va verso la luce, per conoscere la verità, per incontrare la vita e collegarvi – come ultimo anello della catena – tutte le generazioni passate. Il Cristo è la Parola, è la luce vera, quella che illumina ogni uomo.

Dopo lʼIncarnazione, chi crede in Gesù riconosce la luce della vita ed entra nel misterioso dialogo con Dio che è la Verità. Il credente in Dio nasce dalla luce della fede e va verso la luce della vita.

Santa Lucia testimonia che la fede è la luce della vita di Gesù che promana dal mistero pasquale. Papa Francesco, nella sua prima enciclica Lumen fidei, scrive: «La fede, che riceviamo da Dio come dono soprannaturale, appare come luce per la strada, luce che orienta il nostro cammino nel tempo. Da una parte, essa procede dal passato, è la luce di una memoria fondante, quella della vita di Gesù, dove si è manifestato il suo amore pienamente affidabile, capace di vincere la morte. Allo stesso tempo, però, poiché Cristo è risorto e ci attira oltre la morte, la fede è luce che viene dal futuro, che schiude davanti a noi orizzonti grandi, e ci porta al di là del nostro “ioˮ isolato verso l’ampiezza della comunione» (Lumen fidei, 4).

Chiediamo a S. Lucia di ottenerci «la luce della fede», di donarci occhi che possano accogliere la luce di Dio, per riconoscerlo ed entrare in rapporto con Lui e vivere nel «Natale del Signore… il grande mistero della salvezza» (Colletta).

La speranza di Cristo

La fede di Cristo ci dona le ali della speranza.

San Paolo, scrivendo ai Tessalonicesi, raccomanda: «Non spegnete lo Spirito» (1 Ts 5,19).

Con la forza dello Spirito Santo, S. Lucia ha seguito Cristo fino al martirio, sperando contro ogni speranza. Il suo esempio, ora, ravviva la nostra speranza in Gesù, e rafforza la nostra carità, affinché anche noi possiamo testimoniare la gioia del Vangelo nella nostra vita.

La fede, infatti, afferma Papa Francesco, «non solo guarda a Gesù, ma guarda dal punto di vista di Gesù, con i suoi occhi» (LF, 18).

«Nella fede – continua Papa Francesco – riconosciamo che un grande Amore ci è stato offerto, che una Parola buona ci è stata rivolta e che, accogliendo questa Parola, che è Gesù Cristo, Parola incarnata, lo Spirito Santo ci trasforma, illumina il cammino del futuro, e fa crescere in noi le ali della speranza per percorrerlo con gioia» (LF, 7).

Nelle alterne vicende della vita, dobbiamo guardare con S. Lucia a Gesù e chiedere a lei di proteggerci, come ha sempre vegliato su di noi.

Stiamo vivendo un anno di particolare preoccupazione per la pandemia che continua a flagellare il mondo intero, mentre è ancora viva la memoria del tragico terremoto che, alle ore 1.24 del 13 dicembre 1990, ha sconvolto molte famiglie per la scomparsa dei propri familiari – tra cui anche bambini – e per la perdita della propria casa.

A distanza di trent’anni, stiamo vivendo un tempo di crisi, che sta mettendo alla prova i limiti fisici dell’umanità, ma da cui siamo certi ci risolleveremo.

 

Carissimi fratelli e sorelle, non dobbiamo scoraggiarci. Invochiamo con fiducia la protezione di Santa Lucia e chiediamo a lei che ci insegni ad aprirci agli altri, nella solidarietà, nell’autentica fraternità e comunione, nella piena consapevolezza che – come dice Papa Francesco – «ci spetta assumere la responsabilità per il futuro e proiettarlo come fratelli» (Lettera ai Sacerdoti della Diocesi di Roma, 31.5.2020), perché nessuno si salva da solo.

Ogni tipo di crisi ci induca a muovere lo sguardo dallʼio al noi, dal noi verso gli altri, per volgerlo insieme verso Gesù, unica salvezza del mondo.

Lasciamoci prendere per mano dalla speranza di Gesù e, insieme a Santa Lucia e a tutti i Santi, andiamo avanti, perché chi cammina, anche se è nel buio, va sempre verso la luce.

La gioia della carità di Cristo

Nella prima lettura, il Profeta Isaia esulta dicendo: «Lo Spirito del Signore Dio… mi ha mandato… a promulgare lʼanno di misericordia del Signore. Io gioisco pienamente nel Signore» (Is 61,1-10); e san Paolo, nella seconda lettura, scrive: «Siate sempre lieti».

Papa Francesco afferma che «il cristiano può avere gli occhi di Gesù, i suoi sentimenti, la sua disposizione filiale, perché viene reso partecipe del suo Amore, che è lo Spirito. È in questo Amore che si riceve in qualche modo la visione propria di Gesù» (LF, 21), cosicché possiamo vivere la dolcezza della carità e la gioia del dono.

  1. Lucia ci insegna che la perfezione cristiana, vissuta fino al martirio, esige il nostro inserimento nel mistero di Cristo per vivere e rimanere in Lui. È il vivere in Cristo che produce – come conseguenza – la trasformazione di tutta la nostra attività (pensare, amare, agire) nella carità, liberandoci dal nostro egoismo per unirci a Dio e ai fratelli.

«Fede, speranza e carità – afferma Papa Francesco – costituiscono, in un mirabile intreccio, il dinamismo dell’esistenza cristiana verso la comunione piena con Dio» (LF, 7).

* * *

Con Santa Lucia, accogliamo l’invito di San Paolo nella seconda lettura: «Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione».

La presenza di S. Lucia – nel cammino dell’Avvento – ci aiuti a riscoprire la vocazione alla santità, che è lʼelemento fondamentale, originale e costitutivo della identità cristiana, della vita della Chiesa e della missione pastorale.

La santità ci aiuta a ricomporre il tessuto cristiano della società nella consapevolezza che la visione cristiana rivoluziona il modo di pensare lʼuomo, la sua vita, le sue relazioni. Se corrispondiamo nella fedeltà e nellʼamore al dono di Dio, come S. Lucia, «la santità è possibile». La santità «è richiesta a tutti» perché è anche strumento di evangelizzazione, perché ad essa è connessa intimamente la sfida sul futuro della Chiesa. Proprio per questo – nei prossimi giorni – continueremo ancora a meditare sulla santità.

A S. Lucia chiediamo di donarci la gioia di vivere sempre nella vera Luce che è Gesù. Per questo a lei ci rivolgiamo invocandola con fiducia:

Santa Lucia, Vergine e Martire,

figlia del nostro popolo

e patrona della Chiesa siracusana,

a te eleviamo la nostra preghiera

e ti chiediamo di ottenerci da Dio

la luce della fede,

per scorgere al di là della vita che passa

il mistero dellʼeterna salvezza.

 

Gloriosa Vergine,

modello di santità ed esempio di virtù,

nella docilità allo Spirito

hai seguito Cristo fino al martirio,

ravviva la nostra speranza

e infondi in noi la dolcezza della tua carità,

per vivere e testimoniare

sempre e ovunque

la gioia del Vangelo.

 

O Santa Patrona,

tu che nelle tormentate vicende della storia

hai sempre vegliato su di noi,

illumina il nostro cammino,

sostieni le nostre famiglie,

i genitori, i giovani e i bambini,

ascolta il grido dei poveri e dei sofferenti,

liberaci da ogni pericolo,

dona salute, serenità e pace a tutti.

Apri gli occhi del nostro cuore

perché anche nelle avversità della vita

vediamo lo splendore della vera luce.

Amen!

Cattedrale , 13.12.20 ore 10.30

 

 

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