La comunità diocesana di Siracusa, il giorno 9 gennaio di ogni anno, celebra un importante anniversario: la Dedicazione della Chiesa Cattedrale “Cristo Re e Maria nascente”, ovvero, il ricordo dell’ultima consacrazione del tempio, dopo l’ennesimo restauro, avvenuta il 9 gennaio 1927.
Il solenne rito fu celebrato dall’allora arcivescovo Giacomo Carabelli. Questa celebrazione viene vissuta liturgicamente con grado di solennità nella Cattedrale, e come festa per ogni chiesa che rientra nel nostro territorio diocesano, sottolineando così l’esercizio della maternità alle altre comunità parrocchiali.
Ricordare il giorno della Dedicazione della Cattedrale significa celebrare l’opera della salvezza compiuta dal Signore nella Chiesa diocesana. Sant’Agostino in una omelia per la Dedicazione, diceva: “se queste pietre materiali non fossero unite tra di loro con la carità, se non combaciassero facilmente, se non si amassero in qualche modo aderendo tra di loro vicendevolmente, questo tempio non ci sarebbe – e aggiungeva – anche noi dobbiamo essere uniti nella carità”.
Proprio per l’occasione, l’arcivescovo Francesco, celebrandola per la prima volta l’evento, ha voluto indirizzare a tutti i fedeli “laici, consacrati o chierici della nostra “ekklēsía”, un caloroso messaggio, sottolineando “l’ importanza di far parte del corpo mistico di Cristo”. Citando Luke Chengalikavil, un noto liturgista, fa notare che: “nell’edificio la comunità è chiamata a riconoscere la sua identità e la vocazione al culto spirituale”, e, tale festa “costituisce una singolare occasione per approfondire la nostra identità di credenti in Gesù Cristo, il quale è fondamento della Chiesa, fonte della grazia e della santità e linfa vitale della missione della Chiesa.
Inoltre il pastore della chiesa siracusana ha posto una domanda all’assemblea riunita in Duomo per la ricorrenza: “Ma come vive essenzialmente la Chiesa? … Di santità!” Cioè con “la vita che Gesù ha comunicata ad Essa, e noi la viviamo nella misura in cui ci immergiamo nella vita del Corpo mistico di Cristo, avendo come principio della vita cristiana Lui stesso, che fa vivere nella grazia di Dio l’impegno di santificazione. La comunità ecclesiale che vive nel culto la dimensione verticale del suo rapporto con Dio, allo stesso tempo esprime nella carità missionaria la dimensione orizzontale del suo rapporto con gli uomini”.
La Città santa, fondata sugli Apostoli e unita in Cristo pietra angolare, cresce e si edifica con pietre vive e scelte cementate nella carità con la forza dello Spirito Santo fino al giorno in cui, il Padre, sarà tutto in tutti e splenderà in eterno la luce del Cristo.