Ascoltavamo il rumore assordante che proveniva dal cielo. Ma l’orizzonte era lontano … i fulmini- si pensava – si scaglieranno in tutt’altra direzione.

Fatto sta che ci siamo ritrovati con una nazione in piena crisi di governo, una Sicilia tinta di rosso e la nostra provincia con la curva di contagi sempre più verticale.

Su una cosa stavolta c’è unanime convergenza circa la causa di questi due risultati apparentemente di diversa natura: la tempesta politico-sanitaria non è caduta dal cielo.

Era evidente che il governo Conte-bis, come in qualsiasi Stato che voglia definirsi democratico, non potesse reggersi solo con lo spauracchio della pandemia, così come non potevamo sperare nell’immunità di gregge comportandoci come pecore nel partecipare ai veglioni di capodanno.

Eppure, stante gli argomenti che circolano sui social – sempre più sostituti dei bar dello sport in tempo di distanziamento sociale – c’è il serio pericolo che i rimedi siano peggiori del male.

Si pensa di scongiurare la crisi di governo con l’ennesima maggioranza raccogliticcia, unita da provvedimenti tampone più che da coraggiose politiche di rilancio socio-economico: tirare a campare fino al 2023?

Ci si chiede, comprensibilmente, di chiuderci in generiche quanto generalizzate zone rosse per evitare l’esplosione dei contagi, ma non si capisce ancora chi e cosa ci proteggerà dagli effetti sociali indiretti del Covid-19, che a distanza di un anno ancora non sono stati affrontati con scelte radicali: tuttavia solo chi nun vuol vedere non si rende conto delle reali difficoltà ed esigenze economiche di crescenti fasce impensabili di popolazione.

Certo, forse è meglio starsene rintanati a casa, meglio non uscire per rendersi conto che nonostante la crisi l’Italia si sta indebitando con bonus improduttivi invece di imporsi sulle clientele e sui pesi che nonostante il vaccino ne bloccheranno il vitale rilancio post pandemico.

Si, siamo tutti sulla stessa barca, ci si salva se tutti remiamo nella stessa direzione… ma, forse, non è da sottovalutare ed accettare acriticamente l’esempio dato dagli Ufficiali sul ponte di comando.

 

Foto in evidenza: Archivio Cammino

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