L’ultimo discorso di fine anno di Mattarella sono state dense di spunti di riflessioni e di impegno, soprattutto per le difficoltà del momento. Sprone ad essere “costruttori di futuro”. Ma per essere concreti abbiamo scelto di approfondire un esempio citato dal Presidente che apre le porte della speranza.

Le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella ci sollecitano a “continuare nel lavoro di conoscenza, di stima, di relazione e di servizio comune al Vangelo e alla società”. Così l’arcivescovo di Gorizia, mons. Carlo Roberto Maria Redaelli, nell’omelia pronunciata in cattedrale nel primo giorno del 2021, ha voluto fare riferimento ai complimenti che il Capo dello Stato ha rivolto durante il suo tradizionale discorso televisivo di fine anno alle città di Gorizia e Nova Gorica, designate Capitali europee della Cultura per il 2025. “Quelle del Presidente – ha sottolineato mons. Redaelli – sono parole impegnative, che ci chiedono di corrispondere effettivamente a quanto da lui. Ci sarà tempo per riflettere su questo e per vedere quali passi compiere anche tra le due comunità cristiane goriziane, tenendo conto anche della duplice ricchezza linguistica e culturale della nostra comunità cristiana di Gorizia. Ci sono certo già dei segni concreti. Ne cito solo due di questo periodo: la relazione tra le due Caritas che ha portato ad aprire recentemente anche da noi un emporio per l’infanzia riprendendo un’iniziativa già avviata a Nova Gorica e, poco dopo l’Epifania, il tradizionale incontro attorno al presepe delle due fraternità francescane”. “Sarebbe molto bello che si fosse insieme capitali non solo della cultura storica, letteraria, artistica, scientifica ma capitali della cultura del prendersi cura”, ha concluso l’arcivescovo.

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