Il movimento giovanile Connessioni Studenti, la Parrocchia San Paolo Apostolo  in Siracusa e i rappresentanti degli studenti del Liceo Corbino di Siracusa, promuovono il bando fotografico dal titolo: Elogio della Bruttezza – Ovvero la bellezza sottratta ai poveri.

Un’iniziativa di promozione e sensibilizzazione dell’educazione socio culturale, antropologica e ambientale insieme. In particolare il concorso è finalizzato alla raccolta di materiale fotografico inedito, da acquisire al patrimonio dell’Ente Parrocchia San Paolo Apostolo – Siracusa da pubblicare ed esporre, con lo scopo di promuovere la cultura della tutela ambientale anche attraverso l’arte fotografica.

Il concorso è gratuito e aperto a tutti in due distinte categorie: 1) ai fotoamatori, studenti delle scuole superiori della città di Siracusa. 2) A tutti i cittadini e/o professionisti di fotografia.

È facile, soprattutto a Siracusa, farsi abbagliare– spiega padre Rosario Lo Bello in un post nel suo profilo facebook- dalla bellezza delle vestigia greche e barocche o dalla bellezza del mare e di quella costa che miracolosamente è rimasta intatta, ma tra di esse si annidano brutture inenarrabili, alle quali forse gli adulti sono ormai abituati. Inoltre grazie alla speculazione edilizia le coste, il paesaggio storico dell’antica città greca sono sotto attacco e aggredite da palazzinari che ci vogliono speculare sopra. Per questo motivo si è scelto di guardarle con gli occhi freschi dei ragazzi delle scuole secondarie, proprio per cambiare il punto di vista e magari trovare più velocemente delle soluzioni”.

Il bando fotografico nasce dalla necessità di interrogarsi se anche a Siracusa lo spazio urbano è terreno di speculazioni, politiche di marginalizzazione sociale e aggressioni al paesaggio. Mi piace molto la frase di Oliviero Toscanifoto banali a luoghi belli ma foto belle a luoghi brutti” possiamo fare nostro il messaggio di papa Francesco che i poveri vivono nella bruttezza”. Come potrete leggere attentamente nel bando fotografico, esso nasce dalla necessità di interrogarsi se anche a Siracusa lo spazio urbano è terreno di speculazioni, politiche di marginalizzazione sociale e aggressioni al paesaggio. In Italia il taglio delle finanze locali, lo stritolamento dettato dal vincolo del Patto di Stabilità, l’ignoranza e la corruzione delle classi dirigenti hanno delegato a pochi grumi di interesse privato (palazzinari e mafia, in sostanza) lo sviluppo delle città. È la fine dell’urbanistica ragionata e, dunque, la fine dello spazio pubblico: centri vetrina, spesso militarizzati e solo per ricchi e turisti, e periferie per poveri e ceti meno abbienti. Il centro storico sta diventando così una riserva indiana, un’area residuale, un luogo di conflitti la cui sorte dipende dagli sviluppi o dal ristagnare della speculazione edilizia.

Nel frattempo le città si espandono divorando il paesaggio, la campagna, e al tempo stesso si frammentano servizi e relazioni. Nasce così una sorta di marginalizzazione sociale. Si rompe il legame tra la comunità degli uomini, la città materiale e la natura. Le nostre città diventano nonluoghi, nonostante siano piene dei vissuti. Ma come ricorda il professore Salvatore Settis, lottare per il paesaggio e la bellezza della città è una questione di civiltà: «il diritto alla città include, riassume e rilancia un orizzonte dei diritti civili che ci riguarda da vicino, perché interroga la nostra concezione della società. Perciò protestare in città vuol dire intenderla non come spazio neutro ma come teatro della democrazia. E, se città e paesaggio sono le due facce di una stessa medaglia, non può esservi diritto alla città senza diritto al paesaggio». Considerando ciò, anche a Siracusa vogliamo raccontare l’aspirazione delle comunità a condividere quella ricchezza collettiva che è fatta di edifici, monumenti, paesaggio e attività lavorative, quel che Settis definisce, giustamente, ‘capitale civico’, fotografando ed esponendo: i luoghi di privatizzazione e vendita della città in nome delle speculazioni e del profitto, l’ambiente violato, la privatizzazione delle coste, l’assenza di campagna e di spazi dove al creato non è concessa la possibilità di non essere condizionato dall’uomo, spazi in cui l’identità dell’uomo è già prestabilita e non c’è condivisione tra le varie fasce di età e ceti sociali.

La giuria sarà presieduta da Oliviero Toscani; giuria e comitato scientifico da Salvatore Settis, Silvia Mazza, Olivella Rizza, Flavia Zisa, Nicoletta Abela, Loredana Faraci, Luigi Amato, Arturo Alberti. Il bando terminerà il 15 giugno 2021.

Si fanno foto inutili di posti banali. È giunto il momento– afferma Oliviero Toscanidi fare foto bellissime di spazi oltraggiati dall’uomo per documentare il degrado di uno dei territori più belli d’Italia. Questo concorso vuole essere un pungolo per i più giovani, per portarli ad aprire le proprie menti; cerchiamo di vedere quello che ci circonda con altri occhi, più critici”.

“Un Bando nel pieno spirito della Convenzione Europea del Paesaggio del 2000- dice Silvia Mazzache prevede l’assegnazione di un Premio da parte del Consiglio d’Europa non solo a paesaggi ameni e da cartolina, ma pure ai luoghi segnati duramente dall’uomo. Anche una foto può contribuire a salvare il paesaggio dall’aggressione di una piovra con tentacoli di tutti i colori politici”.

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