Franco Battiato: Ritrovato il film del perduto amor
Titolo della settimana: Perduto amor di Franco Battiato, 2003.
Ricordavo di avere in qualche angolo sperduto della mia videoteca l’esordio dietro la macchina da presa di Franco Battiato. Quale migliore occasione per ricordare anche noi il maestro, qui anche sceneggiatore insieme all’inseparabile amico Manlio Sgalambro, altra figura di rilievo della cultura siciliana che non ha bisogno di presentazioni.
Il maestro sperimenta una pellicola per certi versi autobiografica che è allo stesso tempo un omaggio alla sua terra, la nostra terra, la Sicilia. Una Sicilia che non esiste più, se non nei ricordi, descritta e omaggiata nella sua povertà e semplicità. Ambientato a cavallo tra gli anni 50 e 60 è la storia di Ettore Corvaja (Battiato? ) che trasferitosi a Milano si scopre anche scrittore ed è testimone del fermento musicale tra avanguardia e pop di quegli anni, i 70, incontrando un gruppo trantista che gli cambia la vita.
Battiato gira il suo Baaria anticipando di sette anni il Baaria di Tornatore; la musica di Sanremo in televisione, quando il mezzo era un lusso per pochi, le passeggiate in piazza la domenica dopo la messa, il jukebox e le feste da ballo, taglio e cucito, cose che ormai non esistono più. La pellicola è ancora una volta la conferma di come il regista -cantautore intendesse la vita, lontano da certi riti mondani o meccanismi stereotipati per lui vuoti e senza significato. Tutto questo senza retorica o snobismo, Battiato era cosi.
In questa sua interessante opera ha lasciato fuori dalla porta mode e cliché del cinema-non cinema italiano del nostro tempo. Un film da riscoprire, seppur non esente da difetti, perché può anche avere spunti e significati che possono sfuggire ad una prima distratta visione. Lezioni di vita, di pensiero e di filosofia come solo Battiato e pochi altri sono in grado di regalare usando l’arma della semplicità. La scenografia sempre di Battiato pare voler restituire, e vi riesce, antichi odori e sapori della Sicilia che fu e sottilmente l’infanzia e i ricordi della sua adolescenza. Perduto amor ha una storia niente male che si lascia guardare piacevolmente e ci trasporta in un mondo che fa parte della nostra storia e delle nostre radici, tutto questo guidati da una regia che nonostante sia all’esordio, porta a casa, come si usa dire, un lavoro dove nulla è lasciato al caso e curato nei minimi dettagli. Azzeccato il cast, Donatella Finocchiaro, Lucia Sardo, Ninni Bruschetta, Anna Maria Gerardo, Rada Rassimov, Nicole Grimaudo, Gabriele Ferzetti e Corrado Fortuna alter ego di Battiato. Simpatici cammei per Manlio Sgalambro, Morgan, Alberto Radius, Francesco De Gregori, Elisabetta Sgarbi e altri compagni del viaggio nella vita di Franco Battiato. Curatissima e non poteva essere altrimenti la colonna sonora che oltre a Perduto amor di Salvatore Adamo, rifatta da Battiato e presente nella sua raccolta Fleurs 3, spazia da brani 60-70 a pezzi di musica classica. Nastro d’argento 2001 al miglior regista esordiente. Consigliato per un viaggio a ritroso nel tempo e per un omaggio al maestro che da poco ci ha lasciati.
Buona visione.