Nel giorno in cui la Chiesa ricorda il martirio dei santi Pietro e Paolo, apostoli, ricorre l’anniversario di Ordinazione Presbiterale del nostro Arcivescovo Francesco, avvenuta a Caltanissetta nella Cattedrale di Santa Maria La Nova, domenica 29 giugno 1986 e conferita d’allora Vescovo della diocesi di Caltanissetta mons. Alfredo Maria Garsia, originario di Augusta.

Pertanto, la solennità odierna arricchisce oggi la nostra Arcidiocesi di una così lieta ricorrenza…ma anche di particolare evento che si svolge nella Basilica Vaticana.

Il 29 giugno di ogni anno, il Sommo Pontefice benedice e consegna ai nuovi Arcivescovi metropoliti, nominati durante l’anno, il Pallio.

Esso è un paramento liturgico, – più in concreto, una piccola fascia – tessuto in pura lana, che viene portato sulle spalle durante le celebrazioni. Questo antichissimo segno, può essere considerato come un’immagine del giogo di Cristo, che il Vescovo della nostra città e sede metropolitana, prende sulle sue spalle. È il segno dell’autorità dell’Arcivescovo metropolita, nella propria circoscrizione ecclesiastica, in comunione con la Chiesa di Roma. Durante la santa Messa, viene prelevato dalle grotte vaticane, poiché messo a contatto, dai primi Vespri, con la tomba di San Pietro, proprio nella nicchia detta “dei Palli” sotto l’altare della Confessione, e quindi benedetto dal Santo Padre. Al termine della celebrazione, è lo stesso romano pontefice, in forma privata, a consegnare nelle mani del neo arcivescovo, il cofanetto contenente il sacro paramento, che sarà imposto sulle spalle del nostro pastore mercoledì 1 settembre, giorno conclusivo dei festeggiamenti in onore della Madonna delle Lacrime, dal rappresentante pontificio, il nunzio apostolico in Italia e San Marino, mons. Emile Paul Tscherrig, nel nostro santuario regionale.

Ma il simbolismo del Pallio è ancora più concreto: la lana d’agnello intende rappresentare la pecorella perduta o anche malata e debole, che il pastore prende su di sé e conduce alle acque della vita. I colori del pallio sono bianco e nero, poiché richiamano i coloro dell’agnello, ornato con delle piccole croci ricamate che simboleggiano le ferite di Cristo, e i tre relativi chiodi.

La parabola della pecorella smarrita, che il pastore cerca nel deserto, era per i Padri della Chiesa un’immagine del mistero di Cristo e della Chiesa. L’umanità è la pecora smarrita che ha perduto la strada. Il Figlio di Dio non può abbandonare l’umanità in una simile miserevole condizione. Carica sulle sue spalle la nostra umanità, tramite i Vescovi, successori degli Apostoli, perché Egli è il buon pastore, che offre la sua vita per le pecore anche oggi nel nostro tempo.

Cammino esprime vicinanza al mite Pastore dell’arcidiocesi e rinnova sentiti auguri per il suo episcopato.

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