Titolo della settimana: Fire squad-Incubo di fuoco, 2018. Di Joseph Kocinski.
Non è più tempo di eroi, parafrasando il titolo di un notevole film di Robert Aldrich del 1970, possiamo esattamente affermare il contrario togliendo il non.
In questa torrida estate 2021 che difficilmente dimenticheremo, se da una parte ci ha regalato gioie sportive, come il trionfo dell’Italia di Mancini agli Europei (un titolo che mancava dal 1968) e l’incredibile e già leggendaria doppietta olimpica del primo agosto fa da contraltare la piaga degli incendi che stanno devastando in modo serio anche la nostra terra.
La pellicola di cui parliamo oggi è dedicata a tutte quelle persone che ogni giorno sono impegnate contro ogni tipo di calamità, naturali o molto spesso causate dall’uomo, dalla sua negligenza o anche dalla sua capacità di autodistruzione. Parliamo di Fire squad-Incubo di fuoco, una pellicola che nonostante abbia riportato deludenti risultati al botteghino merita di essere visto, perché pienamente riuscito. Un film che parla di senso del dovere e spirito di sacrificio e narra la vera storia di un gruppo di eroi, venti per la precisione. In questo caso Vigili del fuoco, che il 28 giugno del 2013 vennero mandati a spegnere un vasto incendio nei pressi di Yarnell Hill,Arizona. Ogni tanto Hollywood riesce a coniugare film spettacolari, i cosiddetti blockbuster, ma nello stesso tempo coinvolgenti e logici. È il caso di questa pellicola, che grazie alla sceneggiatura di Nolan e Warner coadiuvati dall’unico superstite dell’incendio di Yarnell, hanno ricostruito in maniera veritiera l’attaccamento e lo spirito di corpo che univa il gruppo, denominato Granite Mountian, con a capo Eric Marsh, un Josh Brolin che difficilmente sbaglia un ruolo da diversi anni a questa parte, che grazie all’aiuto del suo diretto superiore e amico Duane Streinbink,il premio Oscar Jeff Bridges, ottiene per i suoi ragazzi la promozione al rango di “Hotshots” cioè la categoria massima per i Vigili del fuoco negli Stati Uniti.
Ma un destino crudele sta per abbattersi su questo gruppo di venti persone, per un film dove la storia corale va di pari passo con le vicende private e personali di molti personaggi, con i loro problemi, le passioni, gli amori che creano un empatia con il pubblico, quanto basta per farci immedesimare e commuovere nell’amaro e inevitabile finale. Un plauso va al regista che dirige senza sbavature un cast di alto livello e riesce ad evitare la fastidiosa e insopportabile retorica che viene fuori quando si affrontano prodotti con tematiche di questo tipo, dove assistiamo in pochi attimi alla distruzione di decenni di lavoro e a pagare sono coloro che sfidano la natura nello svolgimento del servizio. Un film come detto dedicato a quegli eroi silenziosi che ogni giorno vegliano su di noi a nostra insaputa.
Buona visione, ma solo cinematograficamente parlado…